Terni, stanno per perdere la casa: incubo finisce ‘sul filo di lana’

Il 7 febbraio si è conclusa l’odissea: il tribunale ha estinto la procedura esecutiva aperta per un debito verso la Banca Popolare di Spoleto

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L’avvocato Rita Petricca

Un’avventura, o meglio un’odissea, che ha avuto inizio nel 2014: una procedura esecutiva nei confronti di una privata cittadina, una donna ternana che al tempo aveva 87 anni, basata su una documentazione non corrispondente allo stato dei luoghi e che, nonostante ciò, vedeva la debitrice – 600 mila euro il debito iniziale nei confronti della Banca Popolare di Spoleto – impotente di fronte alla macchina della giustizia. La svolta arrivava nel 2016, quando l’esecutata decideva di affidare tutto ad un avvocato: l’esecuzione le aveva già portato via parte delle sue proprietà e le rimaneva solo l’amata casa in cui aveva trascorso l’esistenza. Il suo desiderio era vivere lì sino alla fine dei suoi giorni, insieme ai propri cari a cui sognava di lasciare in eredità l’abitazione costruita con tanto sacrificio insieme al marito. Purtroppo la signora è venuta a mancare di recente ma dopo otto anni, lo scorso 7 febbraio, ovvero a pochi giorni dalla vendita giudiziale della casa, la procedura esecutiva è stata dichiarata estinta dal giudice dell’esecuzione del tribunale di Terni, a fronte di un debito residuo di circa 400 mila euro. A parlare per i familiari/eredi della donna è il loro legale, l’avvocato Rita Petricca del foro di Terni: «In tutti questi anni non abbiamo mai mollato, sempre con l’obiettivo di difendere i diritti della mia assistita che ha sempre confermato la sua fiducia, così come i suoi familiari». Negli anni si sono succeduti giudici, tecnici e aggiunte controparti ma l’avvocato Petricca ha presentato reiterate opposizioni all’esecuzione, dimostrando gli errori della documentazione tecnica e riportando la situazione nella giusta dimensione. «Ciò – spiega – ha permesso alla debitrice e a alla sua famiglia di poter mettere la parola fine alla triste vicenda che li ha visti protagonisti. La tutela del diritto del creditore non può e non deve mai ledere i diritti del debitore a 360°, senza distinguere ciò che è giusto da ciò che non lo è».

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