di Daniele Lombardini
Responsabile lavoro – Pd Umbria
L’Umbria è costantemente in testa ad una delle classifiche più vergognose, quella dei morti sul lavoro. Ma il cordoglio quotidiano deve cedere il passo all’intervento e alla proposta. Va immediatamente fermato quel processi di deregolamentazione avviato dal governo Meloni, che ha comportato meno tutele e maggiore precarietà delle condizioni di lavoro nel Paese.

C’è bisogno di dare le gambe ai diciotto punti del ‘Patto per salute, sicurezza e ambiente nei luoghi di lavoro’ promosso dalle forze sindacali a fine ottobre 2023. Dall’introduzione di una patente a punti a favore delle imprese che investono in sicurezza, rispettano il CCNL, aderiscono ai protocolli di legalità e aprono alla partecipazione dei lavoratori alle scelte aziendali alla previsione di clausole di accesso a tutti i finanziamenti pubblici da parte delle imprese con requisiti di regolarità e legalità. Va estesa la nuova normativa regionale approvata nei servizi alla persona, che ha escluso la politica del massimo ribasso negli appalti, ai settori ad alta intensità di manodopera e nelle grandi opere.
Vanno inoltre immediatamente presi, prima che la stagionalità determini una nuova emergenza, tutti quei provvedimenti per tutelare quei lavoratori maggiormente esposti ai cambiamenti climatici ed allo stress termico: dpi specifici, informazione capillare per lavoratori e datori di lavoro, cassa integrazione ad ore in caso di eventi estremi non evitabili.
Ha ragione Elly Schlein a richiamare tutte le istituzioni all’impegno ed alla collaborazione, perché il mondo del lavoro va difeso nella sua interezza da quell’imprenditoria predatoria, che schiaccia le aziende di qualità con concorrenza sleale e che umilia i lavoratori. È anche dalla nostra Regione che deve partire la sfida per invertire una tendenza ormai insostenibile. Perché la cultura del lavoro è uno degli elementi costituenti del nostro stare insieme.