Il film del regista ternano Andrea Sbarretti ‘Il terremoto di Norcia’ sarĂ proiettato il prossimo 12 aprile alle ore 21.00 al cinema ‘Mario Monicelli’ di Narni alla presenza del regista. La pellicola racconta la difficile situazione che gli abitanti di quei territori sono costretti a vivere a distanza di quasi otto anni dal terremoto del 2016. Le macerie non sono state ancora tolte e fanno da sfondo ai latrati dei cani che nel film risuonano come a riecheggiare una solitudine dell’anima. Interi paesi disabitati, dove il tessuto storico sarĂ per sempre sradicato. C’è chi fugge da Norcia in cerca di un lavoro e chi invece resta, rimboccandosi le maniche e portando avanti l’attivitĂ pur tra mille difficoltĂ . Il primo evento sismico, il piĂ¹ tragico, ci fu nella notte del 24 agosto quando una scossa di magnitudo 6.0 distrusse Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e altri borghi tra Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche, provocando la morte di 303 persone. Il film si concentra sui danni riportati nella cittadina umbra: i piĂ¹ gravi ci furono nel secondo terremoto, quello del 30 ottobre con magnitudo 6.5. Nei giorni precedenti c’erano state altre scosse piĂ¹ lievi che avevano allertato la popolazione. La scossa ci fu la domenica alle 7 di mattina, ma non sorprese le persone all’interno delle case per cui miracolosamente non ci furono vittime. Inoltre il cambio dell’ora solare contribuì a tenere lontano dalla basilica di San Benedetto i 300 vigili del fuoco che con un’ora in piĂ¹ si sarebbero trovati a lavorare sul tetto poi crollato. Anche il giorno festivo limitĂ² gli interventi di manutenzione sugli edifici danneggiati: questi tre fattori (scosse nei giorni precedenti, cambio dell’ora e giorno festivo) furono determinanti all’esito estremamente favorevole, che non portĂ² nessun morto nĂ© ferito. Il film della durata di 80 minuti è stato realizzato senza l’utilizzo della musica: la vera colonna sonora sono i rumori dell’ambiente: vento, cani che abbaiano, uccelli, suoni di vita quotidiana che rimbombano nella vallata nursina, tra una casa crollata ed un sibilo del vento tra i muri ancora in piedi.