Terni: Liguori ai saluti. Fra ‘Spada’, caso-Corvi e le morti di Flavio e Gianluca. Al suo posto il ternano Claudiani

Il procuratore lascia dopo otti anni: lo attende Civitavecchia. «Sulla droga abbiamo fatto tanto ma non è cambiato nulla. Politica e istituzioni dove sono?»

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Dopo otto anni alla guida della procura della Repubblica di Terni, per Alberto Liguori è tempo di saluti: dal 4 giugno il magistrato di origini calabresi sarà procuratore di Civitavecchia e al suo posto arriverà il collega ternano Andrea Claudiani, 60 anni. Il suo incarico sarà di ‘facente funzioni’ in attesa che – i tempi sono stimati in circa un anno – il Csm affidi definitivamente il ruolo dopo aver espletato tutte le procedure. Venerdì mattina Liguori ha salutato la stampa e quindi la città, ripercorrendo alcuni dei passaggi cruciali sotto la sua guida, come le inchieste ‘Spada’, quella legata alla scomparsa di Barbara Corvi e quella sulle morti di Flavio e Gianluca, i due adolescenti ternani uccisi nel luglio 2020 da un mix di metadone e alcol.

«Qualcuno mi prese per folle – ha detto Liguori – quando otto anni fa dissi che Terni era inondata di droga. Poi arrivò nel 2018 l’operazione con 40 arresti fra piazza Solferino e la Passeggiata, di persone che spacciavano anche a ragazzi di terza media, e fu chiaro che oltre all’offerta in città c’era una grande richiesta di droga. Negli anni abbiamo poi realizzato tante operazioni importanti, anche di livello internazionale, ma, ed è stato un mio limite, non sono riuscito a far capire la necessità e l’importanza di una reazione istituzionale e politica a questo fenomeno».

Dopo le morti di Flavio e Gianluca – prosegue il procuratore – «ho provato a mettere un focus sul mondo dei Serd, che nei territori di provincia smettono di offrire i propri servizi alle 14 del venerdì. Così c’è chi si porta il metadone a casa, come l’assassino di Flavio e Gianluca. Ma ho anche provato a chiedere alla città, a chi a differenza della procura ha competenze politiche e di prevenzione, come è stato possibile che dei ragazzini trascorressero del tempo con un 41enne in cura da 19 anni al Serd. Come si potevano riempire i pomeriggi di questi ragazzi, offrendo loro opportunità nuove. Purtroppo da allora – aggiunge amaramente Liguori – nulla è cambiato. Anzi, a breve emergerà da indagini che a Terni abbiamo anche la ‘droga dello zombie’. Posso però dire che con le forze disponibili, anche sul piano della polizia giudiziaria, abbiamo fatto dei miracoli».

Sul processo che ha visto la condanna a 7 anni e 2 mesi di colui che ha dato il metadone ai due ragazzi, Aldo Maria Romboli, Alberto Liguori spiega che «la procura non poteva tecnicamente impugnarla. La legge non lo consente e da ex magistrato di sorveglianza, sapevo bene che non avrebbe scontato la pena in carcere. Perché dopo due/tre anni di domiciliari in comunità, si accede alla messa alla prova e poi da lì si va di nuovo al Serd. Un triste ‘gioco dell’oca’ che merita attenzione da parte del legislatore».

Liguori è orgoglioso di indagini, come la recente ‘Lybra’ e quella legata al polo chimico e alla cassa integrazione ottenuta grazie ai benefici-Covid, «che hanno consentito di liberare il mercato da ‘prenditori’ che danneggiano la nostra economia, ma anche di tutelare i lavoratori. Fra l’altro, è un dato molto concreto, siamo già riusciti a sequestrare 13 milioni di euro con ‘Lybra’: altro che filosofia».

Sull’indagine ‘Spada’, il procuratore ha parlato di «un’inchiesta nata prima del mio insediamento, un lavoro che ho condiviso accanto all’esigenza, sempre rispettata, di garantire l’autonomia e l’indipendenza di ogni pm. Di quel processo andrebbe attentamente letta la sentenza per capire il metodo di gestione della cosa pubblica in un determinato periodo storico. Con quella inchiesta è emersa una ‘curvatura istituzionale’ fatta di appalti affidati consecutivamente, per anni, alle stesse imprese».

Sul caso-Corvi Liguori afferma che «le procure non devono vivere di populismo giudiziario: Tangentopoli insegna. Abbiamo fatto l’impossibile andando ovunque, anche in Calabria, ma non si può indagare un fatto di sangue dopo 15/20 anni. Determinati eventi vanno chiariti nell’arco di 6 mesi al massimo e le lacune investigative dell’epoca sono palesi. Non si può fare lo ‘stub’ dopo un mese, così le ‘ambientali’ dopo dieci giorni. Parliamo di errori ‘da asilo nido’».

Dell’immediato successore, il magistrato Andrea Claudiani, Alberto Liguori ha massima stima: «Un collega serio, esperto, per bene. Che ha condiviso con noi merito e metodo». Lo stesso metodo che ha consentito alla procura di Terni, in otto anni, di passare «da 5.400 a 1.042 pendenze, smaltendo ben 19 chilometri di ‘carte’. Queste sono le vittorie, accanto alle condizioni di benessere organizzativo che hanno fatto scegliere a magistrati esperti, di certo non al primo incarico, proprio Terni per svolgere il proprio lavoro». Fra i risultati menzionati, anche «il processo penale telematico grazie al sostegno finanziario della Fondazione Carit, vero fiore all’occhiello». Ora lo attende Civitavecchia.

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