Comune Terni, nuovo metodo di graduazione per i dirigenti

Ok al documento per la nuova metodologia. Palla a Bandecchi sulla capacità di adattarsi al
mutamento politico-amministrativo

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di S.F.

«Con decreto sindacale si provvederà alla conseguente attribuzione degli indici (pesature) a tutte le posizioni dirigenziali, così come previste dal modello organizzativo e ridefinite sulla base della nuova metodologia proposta». È una delle conseguenze in arrivo della novità legata alla graduazione delle posizioni dirigenziali del Comune di Terni: il direttore generale Claudio Carbone e il sindaco Stefano Bandecchi hanno firmato la delibera che, nell’ambito delle valutazioni, va a modificare il quadro attuale.

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La novità

In pratica l’esecutivo ha approvato il manuale per il sistema di misurazione e valutazione della performance organizzativa ed individuale, ma soprattutto ha messo mano alla nuova metodologia per la graduazione delle posizioni dirigenziali, elaborato sulla base delle indicazioni contenute nella legislazione vigente. Si tratta di un aggiornamento di quello attuale e nel documento istruttorio – il responsabile del procedimento è lo stesso Carbone che, nel modello organizzativo, è anche dirigente dell’ufficio unico delle entrate – viene specificato che è «un importante tassello del processo di crescita e miglioramento avviato al fine di dare attuazione al principio della meritocrazia e della trasparenza». Bene, su cosa si basa la graduazione ora? Su quattro tipologie di fattori (collocazione nella struttura per un massimo di 10 punti, complessità organizzativa per 40, responsabilità interna ed esterna per 30, strategicità per 20) e su altri elementi definiti sotto-fattori. Il sindaco incide direttamente per l’ultimo.

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La valutazione e l’impatto del sindaco

Il metodo prevede quattro fasi. La prima coinvolge l’Oiv, l’Organismo indipendente di valutazione (Dante De Paolis): sulla base dell’istruttoria condotta dal direttore generale Carbone, analizzerà i primi tre fattori citati sopra. Poi entrerà in gioco Bandecchi: «Il sindaco, sentito il dg, con proprio atto valuta il fattore della ‘strategicità’, in relazione al collegamento esistente tra le posizioni ed i più importanti obiettivi (indirizzi ed obiettivi strategici) che l’amministrazione si prefigge di realizzare durante il proprio mandato amministrativo». Quindi sarà sempre l’imprenditore livornese ad attribuire la valutazione complessiva e a definire il valore economico di ciascun dirigente. Infine la direzione risorse umane si occuperà di notificare il tutto. A chiudere il cerchio l’attribuzione delle nuove ‘pesature’.

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L’adattamento della gestione alla politica

Nel nuovo sistema di valutazione di misurazione e valutazione della performance viene inoltre puntualizzato che, per quel che concerne il personale dirigente, la funzione sarà svolta dal direttore generale o dal segretario generale «sentito il sindaco per la valutazione del fattore ‘visione strategica e capacità di adattare la gestione al mutamento degli indirizzi politico-amministrativi’». In più dall’Oiv per gli obiettivi individuali. Nell’apposita scheda per il valutazione qualitativa si legge che sarà analizzata «la  capacità di visualizzare la finalità verso cui deve essere indirizzata l’organizzazione, avendo una visione di medio/lungo termine, al fine di definire le azioni da attuare per orientare l’organizzazione verso obiettivi strategici e capacità di gestire le attività tenendo conto dell’evoluzione degli indirizzi politico-amministrativi espressi dal sindaco». Poi il resto: leadership, problem solving, capacità di programmare ecc. Focus anche sui titolari di posizioni di elevata qualificazione, seppur con altri fattori. Di certo tra le ‘sparate’ del primo cittadino nel primo anno amministrativo non sono mancate – alcune le riportiamo nei link sopra – quelle verso i dirigenti. Cambierà qualche equilibrio? Vedremo. 

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