«Terni ha la prima stanza multisensoriale del centro Italia»

La Snoezelen si trova nella scuola materna paritaria Midondolo di Mariarosaria Basco e Michela Cardinali

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A Terni, nella scuola materna paritaria Midondolo di Mariarosaria Basco e Michela Cardinali, a maggio del 2023 è arrivata la prima stanza multisensoriale Snoezelen, del centro Italia. Nata in Olanda questa stanza, grazie ai suoi effetti benefici, si è largamente estesa in molti ospedali, centri di riabilitazione e in diverse scuole del nord Europa già dagli anni ‘70 e da alcuni anni anche in Italia ed in ogni parte del mondo.

«La Snoezelen room – spiegano Mariarosaria e Michela – è un luogo avvolgente e accogliente fatto di colori, luci, aromi, oggetti e immagini. È un ambiente controllato e modulabile, progettato per il benessere della persona in cui sono offerte una moltitudine di possibilità di stimolazioni sensoriali. È un approccio terapeutico/riabilitativo, l’uso è ormai diffuso e consigliato in numerosi contesti clinici, per persone che si trovano in situazioni di fragilità, come demenza o altre patologie neurodegenerative, per persone con diversi tipi di disabilità. Un approccio pedagogico/educativo per bambini, ragazzi con disturbi di apprendimento ed altro».

Il giorno dell’inaugurazione, il 26 maggio 2023, «è stata molto apprezzata da pediatri, psicologi, psicomotricisti, logopediste, fisioterapisti e nutrizionisti con cui collaboriamo e inoltre ci è stato concesso anche il patrocinio dal Comune di Terni. Questo centro specializzato è stato aperto dopo una lunga formazione a Bologna presso Isna-Mse dove si susseguivano parte pratica e teorica, dopo quattro moduli ed un esame finale abbiamo acquisito competenze di ‘Accompagnatore Snoezelen’ con certificato internazionale Isna-Mse».

Nel mese di marzo 2024, aggiungono, «si è svolto un corso di aggiornamento nella nostra struttura con fisioterapisti e ostetriche riguardanti il massaggio infantile e la fisioterapia precoce neonatale, c’è stato poi un momento di formazione da parte nostra al personale ospedaliero in quanto formatori Isna. Ci piacerebbe – concludono – che questa realtà fosse maggiormente conosciuta nel territorio, soprattutto in questo periodo dove si parla di integrazione ed inclusione riguardante la disabilità».


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