Narni diventa ‘città-teatro’ dal 14 al 16 giugno. Tanti eventi, c’è anche Vecchioni

Tutto pronto per l’edizione 2024 del festival dedicata ai ‘sogni sospesi’

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Dal 14 al 16 giugno prossimi si terrà l’evento ‘Narni Città Teatro – Vol. V Sogni sospesi’. Fra gli spazi culturali e gli angoli più e meno nascosti della città del Gattamelata – dal teatro Manini a piazza dei Priori, il chiostro di Sant’Agostino e l’auditorium Bortolotti – ospiteranno tanti protagonisti della scena culturale, artistica, teatrale e cinematografica. Fra i nomi attesi, Roberto Vecchioni, Vinicio Marchioni e Milena Mancini, Roberto Zappalà, Kate McIntosh, Valter Malosti, Tindaro Granata, Paolo Valerio, Nadia Baldi, per un totale di oltre cento artisti in tre giorni. Il programma dettagliato è visitabile sulla pagina Instagram di ‘Narni Città Teatro’.

«Siamo arrivati a parlare di sogni – spiegano gli organizzatori – di quelli necessari, di tutte quelle cose che speri che ti succedano o che sai benissimo che non succederanno mai. I sogni sono la culla dell’uomo, la casa della speranza, quell’esercito infallibile di bellezza che ci difenderà sempre da tutti gli sgambetti della vita, dalle evoluzioni insane delle democrazie, dai pericoli dell’andare avanti. Allora abbiamo deciso di creare una cittadella del possibile, dove il pubblico possa sognare che qualsiasi cosa può accadere, e ciò che non accadrà di giorno può accadere di notte, nelle pieghe del sogno o nella speranza del domani. Catapulteremo i nostri spettatori tra pianoforti volanti, dinosauri erranti, rivoluzionari della parola, ragioneremo con Roberto Vecchioni su quale sia il sogno del domani, navigheremo con navi di carta per poi ritrovarci come sciamani del tempo contemporaneo a danzare in piazza di notte. Incontreremo costruttori di bellezza, anatomie impossibili, racconti mitici, eroi sempre in viaggio, ci incontreremo nelle platee, nelle piazze, nei vicoli o nei bar, e non saremo mai soli, perché saremo un’unica grande città, un unico borgo d’arte dove non bisogna mai decidere cosa fare, ma permettere ai sogni di raccontare ciò che c’è bisogno di fare. L’uomo ha costruito le cose più belle dell’umanità con gli occhi chiusi, noi speriamo di raccontare tutto con gli occhi aperti e il sorriso sulle labbra, come fanno i bambini che non hanno più bisogno di dormire per sognare, come fanno gli artisti che non hanno bisogno di chiudere gli occhi per immaginare».

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