«Le vertenze Terranova e Conpibel sono solo la punta dell’iceberg di una situazione ben più complessa». Inizia con questa premessa il grido di allarme sul commercio ternano, e del terziario più in generale, lanciato mercoledì dalla Filcams Cgil di Terni, secondo la quale il settore sta vivendo «un lento declino».
«Tra il 2013 e il 2023 – ha spiegato la segretaria generale della sigla di categoria, Lucia Rossi – c’è stata una perdita dei negozi al dettaglio del 19%, 80 in meno nel centro di Terni e 168 nelle aree periferiche». Una situazione che si ripercuote prima di tutto sui posti di lavoro, in particolare tra le donne, come dimostrano gli indicatori dell’economia ternana: tra il 2022 e il 2023 l’occupazione nei comparti di commercio, ristorazione e turismo ha segnato un -10%, mentre il tasso di occupazione femminile tra il 2019 e il 2023 è sceso dal 54% al 50% e quelle delle donne inattive – cioè che non hanno e non cercano lavoro – dal 37% al 45%. E che nel commercio e nei servizi il lavoro sia più precario e irregolare lo dimostrano altri numeri: su 48 casi di lavoro sommerso scoperti nel 2023 dall’Ispettorato del lavoro sul territorio, 31 hanno riguardato proprio il commercio, mentre su 982 irregolarità varie registrate ben 831 hanno coinvolto lo stesso comparto. A proliferare sono soprattutto contratti a tempo determinato, intermittenti o in somministrazione, oltre che pirata.
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Parlano Lucia Rossi e Luca Solano
Tornando alle due vertenze che hanno segnato l’estate, il 19 agosto ha chiuso i battenti il punto vendita Conpibel del centro commerciale Cospea, lasciando a casa nove lavoratrici, alcune delle quali lavoravano all’interno del negozio da oltre 30 anni. Per loro, nell’ambito di un accordo nazionale, si è aperta la cassa integrazione, non è andata così per i sette dipendenti di Terranova, che il 1° luglio ha abbassato definitivamente le saracinesche in corso Tacito. «C’è un’assoluta chiusura da parte dell’azienda, che qualora riaprisse un punto vendita sul territorio non è intenzionata a far valere il diritto di prelazione» ha spiegato Luca Solano, anche lui della segreteria della Filcams Cgil. Rumors delle ultime ore, da confermare, parlano di una riapertura di Terranova – ma non in gestione diretta, come avviene ormai sempre più diffusamente da parte dei marchi – al centro commerciale Cospea, nei locali attualmente occupati dalla catena di abbigliamento Alcott, con un ridimensionamento del vicino negozio di calzature Bata. Proprio di fronte, nei locali occupati da Conpibel, dovrebbe invece insediarsi Piazza Italia, non è ancora chiaro se con un ampliamento degli attuali locali già confinanti o con un trasferimento di qualche metro. Da registrare, questa volta a Cospea Due – «dove quasi la metà delle attività operano con contratti pirata» hanno evidenziato dalla Filcams -, anche la recente e repentina chiusura di Yamamay.
La richiesta che viene fatta dalla Filcams per affrontare il nodo del commercio è dunque quella di promuovere dei patti per la legalità con le associazioni datoriali e i Comuni affinché «non ci sia competizione tra le aziende sulla compressione dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori». Dall’altro lato, viene chiesto alla Regione l’apertura di un osservatorio sugli appalti, l’altra questione che coinvolge il settore del terziario. «E’ necessario – ha detto Rossi – costruire un momento di confronto. C’è bisogno di una programmazione sul tema dello sviluppo, per capire dove vuole andare questo territorio. L’occupazione deve essere di maggiore qualità e deve esserci una contrattazione corretta che non avviene o avviene solo nelle grandi realtà».