Condannato a risarcire la società ‘in house’ Gubbio Cultura Multiservizi Srl, e quindi il Comune di Gubbio che ne deteneva il 100%, per un importo di quasi 1 milioni e 200 mila euro. La sentenza è stata emessa dalla Corte dei Conti dell’Umbria nei confonti dell’ex amministratore unico della Srl – dall’aprile 2012 al maggio 2016 – Roberto Tanganelli. Una vicenda incentrata, nella ricostruzione della magistratura contabile, sull’ipotizzata ‘mala gestio’ della stessa società pubblica.
La Gubbio Cultura Multiservizi, in liquidazione dal settembre 2016, ha gestito musei, aree di sosta a pagamento, una farmacia, una scuola di musica e di liuteria, nonché prestazioni di assistenza scolastica nelle scuole materne. La liquidazione era stata disposta a causa della riduzione del capitale sociale al di sotto del minimo legale, per le perdite di esercizio accumulate negli anni 2012 (-154.067 euro), 2013 (-322.607 euro), 2014 (-154.567 euro) e 2015 (-721.164 euro).
Le indagini della Tenenza di Gubbio della Guardia di Finanza avevano evidenziato quattro tipologie di artifizi messi in atto, fra il 2012 e il 2025, per occultare i costi della Srl e ‘gonfiare’ i ricavi. Per gli inquirenti – ed il procedimento penale è stato archiviato per intervenuta prescrizione – è emerso che «già alla fine del 2012 il patrimonio netto della società era stato eroso completamente dalle perdite, e ciò avrebbe dovuto indurre Roberto Tanganelli a convocare immediatamente l’assemblea dei soci per deliberare la riduzione del capitale ed il suo contemporaneo aumento ad una cifra non inferiore al minimo legale di 10 mila euro».
La Gubbio Cultura Multiservizi è stata prima posta in liquidazione e poi ricapitalizzata «mediante versamento di 1.741.168 euro effettuato dal Comune di Gubbio il 25 luglio 2018, compresa la quota di perdite pari ad 1.198.338 euro imputabile alla condotta dell’amministratore Roberto Tanganelli». Ed è proprio questo l’importo che l’ex amministratore unico è stato condannato a pagare. Scontata l’impugnazione della sentenza da parte dello stesso Tanganelli, che attraverso i propri legali ha sempre respinto le contestazioni mosse dalla procura contabile, di fronte ad una delle sezioni centrali d’appello della Corte dei Conti.