L’ultima in ordine di tempo a chiudere, a Terni, è stata quella in piazza Domenico Fontana, nei pressi dell’incrocio tra via XX Settembre e via Mentana. L’edicola gestita da Matteo Gregori ha abbassato definitivamente la saracinesca il 30 novembre, allungando così ulteriormente la lista dei titolari di rivendite dei giornali che, in varie parti della città, hanno deciso di ‘mollare’. Troppo forte la concorrenza dell’informazione via web, così come la pressione di tasse e imposte varie.
Gregori, 46 anni e da qualche giorno un nuovo lavoro, ha deciso di chiudere dopo 20 anni di attività perché «non c’erano più i margini di guadagno per continuare a lavorare, non solo per il calo delle vendite dei giornali, ma anche per i continui pagamenti, tra suolo pubblico, Imu, Taric. Anche se non hai una struttura in muratura e non produci rifiuti, infatti, ti impongono comunque di pagare il minimo e sono belle cifre».
Ma ad incidere – viene spiegato – sono anche «le politiche delle agenzie di distribuzione e degli editori, perché anche quei prodotti che vengono richiesti dai clienti vengono spesso inviati alle edicole in copie limitate. Addirittura a Terni non danno l’opportunità di poter vendere qualcosa di diverso».
La decisione di Gregori di chiudere è stata presa da molti altri colleghi in questo 2024 che volge al termine: da qualche settimana hanno abbassato la saracinesca anche l’edicola di piazzale Adriatico, davanti alla chiesa del Sacro Cuore, e quella di viale della Stazione, all’incrocio con via Ferraris. In via XX Settembre aveva chiuso a maggio l’edicola che si trova nei pressi del supermercato Superconti. Ma da una parte all’altra della città è diventato ormai un fenomeno comune.