«Vivo in questa casa da 30 anni, il palazzo ne ha 70. In tutto questo tempo l’Ater non ha mai cambiato neanche un infisso e ora che poteva farlo con i bonus edilizi, come tutti gli altri condomini, non ha aderito. Anche l’impianto elettrico è vecchissimo, non ho neanche il salvavita. Per non parlare delle crepe sui muri e delle infiltrazioni. Io continuo a pagare l’affitto regolarmente, ma non ce la faccio più a vivere in queste condizioni».
E’ esasperata Ida Latini, che con due figli e due nipotini vive in un appartamento di edilizia residenziale pubblica in via Curtatone, nel quartiere di San Giovanni, a Terni. Il condominio conta nove appartamenti, sei di proprietà di privati e tre dell’Ater, tra cui appunto quello in cui abita la signora. Ma mentre proprio in questi giorni, negli appartamenti privati, si sta provvedendo alla sostituzione delle finestre e delle porte d’ingresso, ormai vecchie, lei e gli altri inquilini Ater dovranno continuare ad abituarsi a vivere tra gli spifferi.
«In cucina la finestra – spiega Ida – l’ho cambiata io da tempo, perché non potevo andare avanti con quella vecchia. In bagno, da più di dieci anni non ce l’ho proprio, dopo che si è rotta. Ora forse a giorni dovrebbero rimontarla, finalmente. Ma vedere arrivare quelle finestre nuove per gli altri appartamenti e pensare che noi non possiamo averle, perché l’Ater non ha aderito al bonus, fa davvero rabbia. Ma non è il solo problema: fino allo scorso anno avevo la stufa a gas per riscaldarmi, poi lo scorso anno hanno messo i termosifoni. Nel montarli hanno fatto danni che ho dovuto ripagare io. Poi si sono rotti i tubi del bagno che hanno creato danni ad un vicino. Hanno cambiato le mattonelle e i sanitari, ma anche lì le migliorie le ho dovute pagare di tasca mia. Sui muri non puoi più mettere un chiodo perché sennò l’intonaco si sbriciola. Ma all’Ater evidentemente non importa nulla di tutto questo. Da 48 euro di affitto al mese sono passata in due anni a 101,93 perché il mio Isee è salito. Quando è venuto l’elettricista e ha visto che non avevo il salvavita, è rimasto sbalordito. La beffa è che hanno cambiato porte, finestre e serrande in altre zone della città, in appartamenti non abitati. Ho protestato, mi hanno detto che metteranno in lista anche noi, ma vivere in queste condizioni – conclude la signora – intanto non è più possibile. Che trovino altre soluzioni».