Riceviamo a pubblichiamo
di Giocondo Talamonti
Una rimpatriata significativa quella che si è tenuta venerdì 24 gennaio al Bistrot dei Sognatori di Stroncone. Ad incontrarsi sono stati i compagni di scuola che, nell’anno scolastico 1964/1965, hanno frequentato la classe 5°G, dell’Istituto Tecnico Industriale di Terni. È stato simpatico ritrovarsi. All’appello hanno risposto: Archimi Giancarlo, Buono Roberto, Fraboni Leonello, Freguglia Francesco, Grechi Paolo, Marchegiani Sandro, Maurini Giorgio, Talamonti Giocondo, Vittori Luciano, Zirini Carlo.
Si è colta l’occasione per rivolgere, tutti insieme, lo sguardo al passato. A 19 anni, all’uscita dalla scuola, l’aspettativa è proiettata nel futuro, cullando sogni e speranze. Dal 1960 al 1965 abbiamo frequentato l’Istituto Tecnico Industriale di Terni. Fra le specializzazioni, il corso di elettronica era stato introdotto l’anno prima. Per essere ammessi a tale corso era richiesta una media dei voti alta.
L’Istituto aveva circa duemila studenti suddivisi fra chimica, elettrotecnica, metallurgia ed elettronica. In classe, al primo anno, eravamo in 32 e il numero era destinato ad assottigliarsi negli anni successivi, a seguito di una severa selezione. Se ti andava male una interrogazione eri fritto. C’erano i trimestri e le verifiche non erano poi tanto frequenti.
Al terzo anno entrarono a far parte del gruppo classe i 5 studenti del corso elettrici che si erano maggiormente distinti, nonostante ciò, arrivammo al quinto solo in 22. Una selezione impressionante vista la preparazione degli iscritti al corso. Una bella classe che ogni insegnante vorrebbe avere. Tutti bravi e se volevi stare al passo con il resto della classe, dovevi impegnarti.
Il prof. più amato da noi studenti è stato Piero Amerini. All’epoca tecnico di laboratorio, era un punto di riferimento per ciascuno di noi. Ma ci trasmetteva anche valori come il rispetto, l’educazione e l’impegno in ogni cosa in cui venivamo chiamati. Fra gli insegnanti di materie professionali da noi più apprezzati c’era l’ing. Fausto Felicioni sempre presente in ogni occasione.
Fra i compagni di classe abbiamo perduto: Balestra Luigi, Bufalari Bruno, Clementi Antonio, Francioli Mariano, Labellarte Carlo, Lilli Franco, Macchietti Ilio, Paolocci Giovanni, Santi Alfredo e ultimamente Argentini Ivano. D’altronde la vita è questa, una giostra che gira e che ad un certo punto si ferma per far scendere qualcuno.
L’incontro è iniziato con la messa presso il Convento di San Francesco, santuario del Beato Antonio Vici da Stroncone (fondato nel 1213), per ricordare i 10 compagni che ci hanno lasciati. Poi a Stroncone a visitare il nuovo percorso panoramico e poi a pranzo per fare un tuffo nel passato.
Il mio compagno di banco era Giancarlo Archimi con cui avevo frequentato la scuola media B. Io e Giancarlo avevamo la stessa passione per la corsa campestre e per la velocità, quando mi misuravo con lui faticavo a reggere la costanza del suo passo, ma al traguardo riuscivo sempre a batterlo.
Un giorno il prof. Picchiami Pietro, nostro insegnante di educazione fisica, ci chiamò e ci comunicò che a rappresentare nei campionati studenteschi fra istituti, fra il quintetto dell’Itis c’era posto solo per uno dei due. »…uno corre ed uno è riserva e deve comunque venire al campo». Nella settimana precedente la corsa, durante un allenamento misi il piede sul moncone di un albero appena tagliato in cui era rimasta una sporgenza appuntita che mi entrò nella pianta del piede. Li per lì non sentii nulla, ma poi mi accorsi che perdevo dalla ferita sangue abbondante. Non mi scoraggiai e senza dire nulla a mamma e papà il giorno dopo andai ugualmente a scuola, ma nel tragitto casa scuola e viceversa avvertii un dolore irresistibile. Mancavano tre giorni alla campestre e tenetti duro senza parlarne con i miei. Mi fasciai strettamente il piede e il sabato lo sentii rispondere meglio. Mi misi le scarpette chiodate, adatte per la campestre e provai nel campo sotto casa. Si risvegliò il dolore, tantoché dovetti rientrare subito a casa. I professori del gruppo sportivo mi avevano consegnato la tuta, i calzoncini e la maglietta bordò, colore tipico della squadra rappresentativa dell’Itis, ma nella mattina precedente la gara la riconsegnai alla scuola con tutta l’amarezza di aver perso una buona occasione perché ero in forma ed allenato.
Mi sostituì il mio amico Giancarlo. Incoraggiato dal tifo per lui arrivò terzo nella sua batteria e si classificò per la finale. Finale a cui non partecipò perché anche lui durante la settimana successiva si face male. Un’annata storta per entrambi. Facevamo i compiti insieme e ci allenavamo per la corsa sui sentieri dietro l’istituto, a volte seguiti, in bicicletta, dal prof. di educazione fisica, Pietro Picchiami.
Alla gita scolastica del quinto anno le foto ci vedono tutti ben vestiti in giacca e cravatta, un periodo che fin da allora, in un Paese che non aveva debito pubblico, ci vedeva proiettati nella vita. Tutti ragazzi provenienti da brave famiglie e questo ha influito enormemente sui nostri rapporti. Diversi poi hanno continuato gli studi (Argentini Ivano, Balestra Luigi, Buono Roberto, Freguglia Francesco, Grechi Paolo, Lilli Franco, Maurini Giorgio, Santi Alfredo, Talamonti Giocondo) mentre altri hanno messo in pratica presso aziende i loro saperi e le proprie capacità come Archimi Giancarlo, Bini Sante, Bufalari Bruno, Clementi Antonio, Fraboni Leonello, Francioli Mariano, Labellarte Carlo, Macchietti Ilio, Marchegiani Sandro, Paolocci Giovanni, Vittori Luciano, Zangheri Giuseppe, Zirini Carlo).
Il corso di elettronica prevedeva due materie in più rispetto agli altri corsi e ciò comportava un rientro pomeridiano per frequentare tutte le discipline con solo un’ora di intervallo. Qualche volta mi fermavo a pranzo da ‘Lu Somaru’, la trattoria davanti alla scuola che preparava un piatto di pastasciutta calda ad un prezzo accessibile per gli studenti. Nonostante ciò per la mia famiglia era un onere.
Per evitare tale costo mi ero organizzato con un amico percorrendo il tratto che da casa di via Romagna 93 portava a Cesare Battisti, sede dell’Itis, con la sola bicicletta, da donna, a disposizione. Uno correva per cento metri a piedi e l’altro in bicicletta, poi si faceva il cambio. Vi lascio immaginare il disagio: tornare a casa, mangiare e ritornare a scuola. Guai a ritardare. Le interrogazioni pomeridiane erano un dramma per le difficoltà intrinseche a cui venivi sottoposto: il pranzo ancora sullo stomaco, il sudore addosso, la stanchezza della corsa e delle tante ore e materie giornaliere. Oggi se la fermata dell’autobus non è sotto casa, si impreca contro il Comune che non provvede a darti un servizio efficiente e nelle ore più a te consone.
All’esame di Stato allora c’erano due sessioni, una estiva ed una autunnale, con la medesima commissione. Fummo promossi, a giugno, in 5 e gli altri 17 rinviati ad ottobre. Agli esami si portavano tutte le materie dell’ultimo anno.
Abbiamo ricordato momenti passati e abbiamo discusso dei percorsi che ciascuno di noi ha intrapreso. La presenza delle famiglie anche di coloro che non sono più fra noi costituisce il collante per continuare ad incontrarci ancora.
Elenco della 5G anno scolastico 1964/1965
1. Archimi Giancarlo,
2. Argentini Ivano,
3. Balestra Luigi,
4. Bini Sante,
5. Bufalari Bruno,
6. Buono Roberto,
7. Clementi Antonio,
8. Fraboni Leonello,
9. Francioli Mariano,
10. Freguglia Francesco,
11. Grechi Paolo,
12. Labellarte Carlo,
13. Lilli Franco,
14. Macchietti Ilio,
15. Marchegiani Sandro,
16. Maurini Giorgio,
17. Paolocci Giovanni,
18. Santi Alfredo
19. Talamonti Giocondo.
20. Vittori Luciano,
21. Zangheri Giuseppe,
22. Zirini Carlo.
In neretto i compagni che ci hanno lasciato