di S.F.
L’ampliamento della discarica Le Crete di Orvieto. Questo il tema di scontro che ha portato Acea Ambiente srl ad impugnare la delibera della giunta Tesei del 5 gennaio 2022 in merito al fabbisogno di smaltimento e alle linee di indirizzo transitorie in attesa del piano di gestione integrata dei rifiuti: a distanza di tre anni c’è la sentenza di merito del tribunale amministratico regionale. Niente da fare per la società , respinto.
In Umbria arriva nuovo inceneritore. E tre discariche ampliate
Acea ha impugnato diverse note regionali del servizio sostenibilità ambientale, valutazioni ed autorizzazioni, nonché – soprattutto – la deliberazione sulle discariche strategiche regionali in merito alla strategia pianificatoria. Bene, il motivo? «Che, a fronte dell’individuazione delle tre discariche di Belladanza (Città di Castello), Borgogliglione (Magione) e Le Crete (Orvieto) come strategiche per governare il sistema integrato di gestione dei rifiuti nella fase transitoria, e nonostante la rilevata necessità di incrementare la capacità residua delle predette discariche, sia stata data priorità alla riprofilatura degli impianti di Belladanza e Borgogliglione, prevedendo come meramente eventuale l’estensione volumetrica di quello di Le Crete». In particolar modo il passaggio indicante che le «le discariche di Borgogiglione e Belladanza dovranno essere oggetto di riprofilatura in tempi celeri, mentre, per la discarica di Le Crete, considerando l’attuale disponibilità di volumetria autorizzata e la maggiore capacità rispetto agli altri due impianti, eventuali riprofilature potranno essere valutate successivamente».
In sostanza Acea ha ritenuto illegittima la «preclusione all’immediato ampliamento della propria discarica in presenza di tutti i necessari presupposti ambientali e gestionali». Con tanto di presentazione agli uffici regionali della documentazione per ottenere il Paur (provvedimento autorizzatorio unico regionale) per l’adeguamento planoaltimetrico della discarica. Non solo. La società ha lamentato un profilo di contradditorietà tra le premesse istruttorie il dispositivo di delibera di giunta. Nonché una disparità di trattamento, lesione della concorrenza e della par condicio «tra gli attuali gestori delle discariche strategiche». L’istanza Paur è stata archiviata dalla Regione.
Per il Tar Umbria il ricorso introduttivo ed i motivi aggiunti sono infondati. I magistrati amministrativi ricordano che «la disciplina normativa primaria, di derivazione europea, è informata a un netto disfavore per lo smaltimento dei rifiuti in discarica, prevedendolo soltanto come extrema ratio, alla quale in futuro non sarà più consentito ricorrere in presenza di alternative di riciclaggio o di recupero, e da contenere comunque nel limite del 105 del peso totale dei rifiuti solidi urbani. In questo contesto normativo si colloca la deliberazione 2 del 2022».
Poi si entra nel dettaglio: «Contrariamente a quanto sostenuto dalla ricorrente, il documento istruttorio fornisce ampio supporto alle determinazioni assunte con la predetta deliberazione, laddove rimarca la ben diversa capacità residua delle tre discariche strategiche. La deliberazione regionale impugnata si è dunque limitata a dare seguito a quanto emergeva espressamente dal documento istruttorio contestualmente approvato, prendendo atto della diversa situazione e priorità di ampliamento delle tre discariche strategiche».
In più – scrive il Tar – la circostanza «che la riprofilatura della discarica di Le Crete sia stata posposta rispetto a quella degli altri due impianti non può affatto dirsi arbitraria, ma trova riscontro nella differente situazione di saturazione delle discariche, incontestata dalla ricorrente. Destituita di fondamento è, poi, la doglianza con la quale si prospetta una lesione della concorrenza tra gli operatori». Insomma, niente da fare per Acea. Ricorso respinto. Vedremo se si proseguirà in Consiglio di Stato. Gli avvocati coinvolti sono Pasquale Cristiano (Acea) e Luciano Ricci (Regione).
Umbria, il consiglio regionale approva il ‘Piano di gestione integrata dei rifiuti’