«Speriamo vinca Roberta Tardani, ma sempre meglio Bandecchi del centrosinistra». In queste parole, speculari a quelle di qualche rappresentante/stratega del centrosinistra ternano prima del ballottaggio (e anche prima del primo turno) alle elezioni comunali di Terni della primavera 2023, ci sono molte delle chances di Stefano Bandecchi di diventare, dopo primo cittadino di Terni, anche presidente della Provincia.
Alle elezioni ‘di secondo livello’ del prossimo 30 marzo, riservate a sindaci e consiglieri comunali dei 33 Comuni della Provincia ternana, secondo alcuni Bandecchi ha davanti a sé ‘un’autostrada’ che potrebbe condurlo dritto a palazzo Bazzani. In effetti è forte il messaggio psicologico di chi, dopo le deludenti elezioni europee e regionali, ha incassato 75 firme – così pare – su una ventina che erano sicure, per avanzare la candidatura di Alternativa Popolare allo scranno che fu, fra gli altri, di Fabio Fiorelli e Alberto Provantini. Se poi gli avversari tentennano e fanno i conti con divisioni più e meno evidenti, ecco che le chances in premessa, crescono.
Il centrodestra, nella serata di giovedì, dopo aver ragionato su figure come il sindaco di Stroncone Giuseppe Malvetani e l’omologo di Lugnano in Teverina, Alessandro Dimiziani (il primo ‘spinto’ da Forza Italia e Nevi e il secondo dalla Lega), ha trovato una sintesi attorno alla sindaca di Orvieto, Roberta Tardani. Che si prenderà più di qualche ora di tempo per sciogliere le riserve. C’è da capirla, in quadro così incerto, fatto – storicamente – anche di sgambetti e ‘franchi tiratori’.
Il Pd provinciale di Terni – in attesa che la coalizione si accodi – ha virato sul sindaco di Narni, Lorenzo Lucarelli. «Ancora Narni» borbotta qualche Dem ternano (e non solo) a fronte di un’avanzata della città del Gattamelata, almeno in ambito centrosinistra, che pare inarrestabile. È uno dei fronti. L’altro è il blocco centrista ‘più o meno ex’ del Pd, dove c’è chi non è entusiasta della scelta e non lo nasconde. Poi ci sono i territori: ‘spostano’ relativamente poco ma alcuni sono proprio un’incognita.
All’orizzone, per come si sono mossi gli schieramenti finora, zero intese e dialoghi fra centrodestra e centrosinistra per tentare di arginare Bandecchi. Ma le ‘sue’ firme, da dove saltano fuori? C’è chi dice che sia una cortesia ricambiata dalla Lega, che alle regionali umbre aveva visto Bandecchi, nel centrodestra prima della ‘rottura’, sostenere con convinzione – e sostanze – la campagna elettorale di una leghista qual è Donatella Tesei. Do ut des, oltre ai rapporti buoni fra Salvini e il sindaco di Terni.
«Però, oltre questo, le firme significano che ha saputo costruire rapporti e relazioni sul territorio». Giusto, un motivo in più per non sottovalutare – ma c’è ancora qualcuno che lo fa? – Bandecchi. Se poi ci mettiamo che fra i fuoriusciti di AP in consiglio comunale a Terni, forse un voto – e Terni pesa più di tutti gli altri consigli comunali – potrebbe prenderlo, che ci sarebbe anche un sindaco della Teverina molto scontento del futuro prospettatogli, che nel centrodestra serpeggia anche una certa delusione, e ancora che nel centrosinistra qualche persona ‘sensibile’ c’è sempre…
Insomma, si torna al concetto iniziale. Come accennato, voteranno solo coloro che fanno politica tutti i giorni, in molti casi da anni, in qualche caso da alcuni decenni. In un quadro fatto di partiti meno strutturati di un tempo e di certo, non più monolitici. Forse basta questo per intuire l’aria che tira.