Esposizione presso la biblioteca comunale di Terni, dal 13 al 16 marzo, per il pittore, scultore e ceramista di Stroncone, Costantino Massoli. Insegnante di educazione artistica, nel suo percorso Massoli ha realizzato numerose opere di primo piano ed esposizioni, in Italia e all’estero.
«Le opere in mostra a Terni – riporta una nota – sono rappresentative della fase più recente dell’attività di Costantino Massoli. C’è da notare, anzitutto, come la figura umana assuma una collocazione ancora più centrale che in passato: mentre in precedenza l’uomo era talvolta reso indirettamente tramite l’esibizione dei suoi artefatti, ora è costantemente oggetto di rappresentazione diretta. Sul piano realizzativo, la resa della figura umana è affidata a una pluralità di tecniche, così che la produzione ne risulta tripartita in opere pittoriche, scultoree e in ceramica. Tuttavia, la scelta della tecnica non è, per così dire, epifenomenica, cioè indifferente rispetto al soggetto raffigurato: al contrario, viene posto in essere un legame talmente stretto tra signas e signatum, che la scelta di un particolare veicolo espressivo diventa essa stessa profondamente significativa. Ne è un esempio la produzione pittorica, che affida al consueto monocromatismo il ritratto di figure familiari, mentre fa leva sul colore per la raffigurazione di temi esotici o di una Venezia ‘porta d’Oriente’, a sottolineare la novità dell’esplorazione di culture differenti. Alla scultura, invece, è affidata assai spesso la rappresentazione di soggetti sacri. in questo caso, il legno dei boschi umbri costituisce una hyle, un materiale grezzo la cui presenza non viene cancellata dal fatto che a esso sia stata imposta una forma. Ne deriva una profonda umanità delle figure, sulla scia del francescanesimo che caratterizza molti altri lavori dell’artista. Alla ceramica, infine, è affidato lo studio del dettaglio. Stavolta, l’uso della tecnica e la contestualizzazione del singolo lavoro nell’opera generale dell’autore fanno si che ne particolare possa essere ancora indovinata la tonalità del soggetto rappresentato, contrariamente a quanto ci ha abituati buona parte della letteratura novecentesca».