Purtroppo Sanderson Mendoza, 26 anni, per tutti ‘Sandro’, non ce l’ha fatta. Il giovane operaio della società finlandese Tapojärvi, rimasto coinvolto lunedì 10 marzo in un grande incidente sul lavoro avvenuto all’interno del polo siderurgico Ast di Terni, è venuto a mancare nel tardo pomeriggio di domenica nel reparto di rianimazione del centro grandi ustionati dell’ospedale ‘Sant’Eugenio’ di Roma, diretto dal dottor Giuseppe Spaltro.
TUTTO SU AST – UMBRIAON
Le condizioni del ragazzo, che aveva riportato ustioni di II e III grado sul 77% del corpo erano apparse subito gravissime ai soccorritori che, dopo un primo passaggio all’ospedale ‘Santa Maria’ di Terni, lo avevano trasportato in ambulanza presso il nosocomio romano. Dove è rimasto intubato per sei giorni e dove venerdì i medici lo avevano sottoposto ad un primo intervento chirurgico, nel tentativo estremo di migliorare un quadro gravemente compromesso dalle infezioni in atto. Sanderson Mendoza, nato nell’agosto del 1998 in Ecuador ma cittadino italiano e ternano, lascia i genitori e la compagna.
Il fascicolo aperto dopo il fatto dalla procura della Repubblica di Terni, nella persona del pm Marco Stramaglia, vedrà cambiare ora l’ipotesi di reato: da ‘lesioni colpose commesse in violazione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro’ ad ‘omicidio colposo’. La notizia della morte di Sanderson Mendoza ha presto raggiunto i tanti, amici, colleghi, che lo conoscevano e che, già profondamente scossi dal grave infortunio, si trovano ora di fronte alla notizia che mai avrebbero voluto ricevere.
«Non si può morire di lavoro, non si può morire così a 26 anni», dice un collega di Sandro in lacrime. «Non ci sono parole in un momento del genere, solo un grande abbraccio ai suoi cari e a chi gli voleva bene. Era un ragazzo eccezionale». «Lì dentro – dice un altro lavoratore – siamo numeri, da sempre trattati come tali. Ne ho visti tanti colpiti da tragedie simili. Ma questa volta è ancora più dura da accettare».
Sanderson Mendoza era stato investito dalle fiamme nella prima serata di lunedì 10 marzo, poco dopo le ore 20, mentre dall’area dei forni Ast si stava dirigendo verso la rampa scorie, alla guida di un mezzo denominato Kirow che trasportava una ‘paiola’ contenente scoria liquida alla temperatura di 800/900 gradi. Secondo l’ipotesi prevalente, il materiale – forse per una buca presente sul percorso – era fuoriuscito dal contenitore, innescando l’incendio che aveva avvolto il mezzo da lavoro. Il giovane operaio era stato subito soccorso e già in quei primi terribili momenti, la situazione era apparsa gravissima.
Il fatto era stato seguito dai sequestri del veicolo e dell’area da parte della procura di Terni, per procedere agli accertamenti finalizzati a ricostruire ogni dettaglio del fatto. Con le indagini eseguite dall’Arma dei carabinieri, dalla Usl Umbria 2 e dai vigili del fuoco di Terni. Il provvedimento di sequestro era poi venuto meno nel corso della giornata di giovedì. Dopo alcuni interventi di messa in sicurezza nella zona dell’incidente, e svariati incontri fra Rsu, sindacati e azienda, era stata stabilita la ripresa produttiva dell’area ‘a caldo’ di Ast, ferma dalla drammatica serata del 10 marzo.
Tutte le segreterie territoriali dei sindacati metalmeccanici, le Rsu di Ast e di Tapojärvi, nell’esprimere «le più sentite condoglianze e la vicinanza ai familiari e colleghi di lavoro», hanno indetto «da subito lo sciopero di tutti i lavoratori Tapojärvi, dalle ore 20 di domenica 16 marzo fino alle 22 di lunedì 17 marzo». Contestualmente le Rsu di Ast e le segreterie territoriali hanno esteso lo sciopero «a tutto il personale diretto e delle ditte terze di Ast e Tubificio. Lo sciopero – precisano – inizierà per tutto lo stabilimento terminata la messa in sicurezza degli impianti. Intimiamo l’azienda a comunicare a tutti i capi servizio lo stop produttivo, attivando sin da subito le procedure di messa in sicurezza dello stabilimento. Lo sciopero terminerà alle ore 22 del giorno 17 marzo. Le stesse modalità – concludono sigle e Rsu – valgono anche per tutte le ditte terze».

Tapojärvi: «Sostegno alla famiglia e a tutti i nostri dipendenti»
Così in una nota l’azienda Tapojärvi, di cui Sanderson Mendoza era dipendente: «Siamo profondamente dispiaciuti – affermano Mari Pilventö (acting ceo Tapojärvi Group) e Martti Kaikkonen (ceo Tapojärvi Italia) – e porgiamo le nostre sincere condoglianze alla famiglia e ai cari del dipendente deceduto. La nostra azienda offre sostegno alla famiglia in lutto e a tutti i nostri dipendenti in questo momento difficile. Onoreremo il nostro collega scomparso con un momento di silenzio in tutte le sedi del Gruppo Tapojärvi lunedì alle ore 12. Le cause dell’incidente sono oggetto di indagini approfondite in collaborazione con le autorità . Una volta completate le indagini – aggiunge l’azienda -, comunicheremo con trasparenza le misure di sicurezza che sono state adottate e che saranno implementate per garantire che un incidente simile non si ripeta».
Il cordoglio di Arvedi-Ast
Di seguito la comunicazione diffusa da azienda Arvedi-Ast: «Con profondo dolore, apprendiamo del decesso del lavoratore Sanderson Mendoza, dipendente della Tapojärvi coinvolto nel recente incidente presso il parco scorie dello stabilimento. In questo momento di immensa tristezza – dice Arvedi-Ast – desideriamo esprimere la nostra vicinanza e il nostro cordoglio di vero cuore alla famiglia, ai colleghi e a tutte le persone a lui care. Il nostro pensiero è rivolto a loro, nella consapevolezza della sofferenza che stanno affrontando».
Il dolore del mondo sindacale e del lavoro
«Dopo quattro giorni e quattro notti di trattativa con Tapojärvi e Acciai Speciali Terni, tenendo l’area a caldo ferma per metterla in sicurezza, purtroppo è arrivata la dolorosa notizia che Sanderson, il lavoratore di Tapojärvi vittima del grave incidente avvenuto lo scorso 10 marzo, non ce l’ha fatta». Così Loris Scarpa (responsabile siderurgia er la Fiom Cgil nazionale) e Alessandro Rampiconi (segretario generale Fiom Cgil Terni) in una nota: «Morire per lavorare, a 26 anni, è una cosa che ci riempie di rabbia e che riteniamo inaccettabile – affermano i due sindacalisti della Fiom Cgil -. Fermare questa strage quotidiana deve diventare la prerogativa di tutti, del sindacato, delle imprese e delle istituzioni. Da troppo tempo diciamo che il sistema degli appalti non va bene e va superato. Confidiamo nella magistratura, affinché nel più breve tempo possibile si faccia verità e giustizia. Tutta la Fiom si stringe attorno alla famiglia di Sanderson, ‘Sandro’ per gli amici, a cui va tutto il nostro cordoglio e la nostra vicinanza e per la quale, come abbiamo fatto fin dal primo momento, ci mettiamo a disposizione. Come da scelta ormai consolidata della nostra organizzazione – concludono Scarpa e Rampiconi – ci costituiremo parte civile appena possibile».
«Sanderson, 26 anni, dipendente della ditta Tapojarvi operante all’interno del sito Arvedi-Acciai Speciali Terni – l’intervento è della Fim Cisl – si era ritrovato avvolto tra le fiamme e la scoria ancora incandescente quando era a bordo nel mezzo che trasportava la ‘paiola’. Da allora era ricoverato in gravissime condizioni al Sant’Eugenio di Roma. Sono ancora da chiarire le dinamiche dell’incidente e sarà compito delle autorità competenti ricostruire l’accaduto ed accertarne le responsabilità di quanto successo, che è inaccettabile». Il segretario nazionale della Fim Cisl, Valerio D’Alò, e quello della Fim Cisl dell’Umbria, Simone Liti, affermano che «non si può morire al lavoro, non si può morire a 26 anni. La morte di Sanderson è l’ennesima di una lunga scia di sangue che con cadenza quasi giornaliera riempie le cronache del lavoro. Una strage inaccettabile in un paese che si definisce civile e che non accenna a rallentare nonostante gli appelli e le norme».
«Siamo sconvolti e indignati per l’ennesima tragedia che si è consumata. Siamo di fronte a una vera e propria emergenza nazionale, che non può essere considerata una semplice fatalità . Il fenomeno delle cosiddette morti bianche è inaccettabile in un Paese avanzato, la cui Costituzione si basa sul diritto al lavoro». A parlare sono il segretario nazionale della Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera, e il suo vice Daniele Francescangeli: «Il bilancio delle vittime in Italia – proseguono – mostra un trend insostenibile, per cui l’indignazione non basta più. Serve costruire un sistema che garantisca maggiori tutele ai lavoratori. Purtroppo Sanderson Mendoza non ce l’ha fatta, a nome della Ugl nazionale Metalmeccanici, esprimiamo il cordoglio alla famiglia della vittima. Non si può morire di lavoro, non si può morire così a 26 anni. Non ci sono parole in un momento del genere, solo un grande abbraccio ai suoi cari e a chi gli voleva bene».
«Si fatica a trovare le parole giuste in questa triste situazione. A nome della Ugl Sicurezza Civile di Terni e di tutte le guardie giurate Sicuritalia – afferma Ugo Carpino – voglio esprimere tutto il nostro cordoglio per la tragica morte di un giovane di soli 26 anni. La sua giovane vita spezzata è un dolore troppo forte. In questo momento così drammatico ci vogliamo stringere alla sua famiglia e a tutte quelle persone che lo conoscevano». «L’evento drammatico – aggiunge Ugl Sicurezza Civile – ripropone il tema della sicurezza sul lavoro che non può essere affrontato con superficialità . Le parti sindacali, le aziende e i datori di lavoro devono impegnarsi affinché la sicurezza sia sempre una priorità . Non è accettabile che logiche di produzione e di profitto possano trascinare in secondo piano la sicurezza sul lavoro, diritto fondamentale per tutti i lavoratori».
Il cordoglio delle istituzioni
La presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, e la giunta regionale esprimono «forte cordoglio per la morte di Sanderson Mendoza. Siamo vicini ai familiari e ai colleghi. Questo nuovo drammatico incidente sul lavoro ci impegna sempre di più ad attivarci per il rispetto delle norme. Il tema della sicurezza sul lavoro deve rimanere prioritario per la tutela dei lavoratori e per garantire anche la qualità degli ambienti di lavoro».
«La morte del giovane operaio che lavorava all’interno di Ast – afferma in una nota Stefano Bandecchi, sindaco di Terni – è una bruttissima notizia che colpisce tutti noi e tutta la città . La sera del gravissimo incidente ho avuto modo di dimostrare di persona la mia vicinanza, dell’amministrazione comunale, dell’intera città , ai famigliari di Sanderson Mendoza. Ribadisco ancora di più in questa funesta circostanza la solidarietà e il dolore di tutti noi. Sono vicino alla sua fidanzata, ai suoi genitori, a tutti i colleghi che anch’essi hanno vissuto una vicenda a dir poco scioccante. Riconfermo tutto il mio impegno di sindaco e di personaggio pubblico affinché i luoghi di lavoro siano occasione di sviluppo, indipendenza economica, realizzazione professionale e personale e non certo di morte».
IL LUOGO DELL’INCIDENTE SUL LAVORO
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