di Giovanni Cardarello
La giunta delle Regione Umbria, nella seduta di mercoledì 19 marzo, ha preso atto della situazione finanziaria e del bilancio dell’ente, alla luce dei conti della sanità verificati da una società internazionale di revisione contabile.
La presidente Stefania Proietti e gli assessori hanno iniziato a esaminare vari scenari anche in considerazione dei pesanti tagli del Governo per il prossimo triennio, pari a 40 milioni di euro. «È di sicuro intenzione della giunta – si legge in una nota ufficiale – sventare l’ipotesi del commissariamento della sanità (sarebbe la prima volta nella storia della Regione Umbria) che porterebbe a conseguenze inevitabili come l’innalzamento automatico delle aliquote al massimo per tutte le fasce di reddito, il superticket sanitario, il taglio dei servizi, il blocco del turn over del personale sanitario».
RISULTATI DI ESERCIZIO E FOCUS MOBILITÀ SANITARIA – IL DOCUMENTO DELLA REGIONE (.PDF)
«Abbiamo ereditato una situazione non sostenibile dal punto di vista economico dalla precedente amministrazione – sottolineano Proietti e i suoi assessori – che non ha affrontato mai il problema» E ancora: «Oggi siamo chiamati a compiere scelte coraggiose e soprattutto eque per la nostra comunità»
«Portare la Regione Umbria verso il commissariamento – conclude la nota – è da irresponsabili perché il prezzo da pagare sarebbe indiscriminato per la nostra comunità e porterebbe a una pressione fiscale altissima e una riduzione consistente dei servizi».
Dura la replica delle opposizioni, attraverso una nota a firma di Paola Agabiti Urbani (Fratelli d’Italia), Nilo Arcudi (Tesei Presidente-Umbria civica), Matteo Giambartolomei (Fratelli d’Italia), Enrico Melasecche Germini (Lega Umbria), Eleonora Pace (Fratelli d’Italia), Laura Pernazza (Forza Italia), Andrea Romizi (Forza Italia) e Donatella Tesei (Lega Umbria).
«Sono vergognose – si legge – le mistificazioni della sinistra sui conti della sanità, volte esclusivamente a giustificare scelte che altrimenti gli umbri faticherebbero ad accettare, come i tagli dei servizi in sanità e l’aumento delle addizionali Irpef. I dati diffusi ieri dalla maggioranza – affermano i consiglieri di opposizione – sono falsati: i 240 milioni di euro vengono compensati da 153 milioni in positivo, pertanto il deficit sarebbe di 90 milioni nella peggiore ipotesi, considerato che il report fornito dagli uffici regionali competenti il 15 novembre scorso, con previsione al 30 dicembre 2024, prevedeva un disavanzo di 40 milioni, nettamente inferiore a quello degli anni precedenti».
«Il disavanzo strutturale in sanità – proseguono – viene da lontano dato che dal 2015 al 2019, quando a governare l’Umbria era la giunta a trazione Pd, si è raggiunto l’equilibrio finanziario sempre con partite straordinarie, contrariamente a quanto evidenziato nel report diffuso dagli attuali amministratori regionali, che non tiene conto delle differenti tempistiche del riparto del Fondo sanitario nazionale, che all’epoca avveniva in corso d’anno e non come ora alla chiusura del quarto trimestre, quindi a fine anno. Mentre l’attuale maggioranza – osservano i consiglieri di centrodestra – si è rivolta a un soggetto privato, che a spese dei cittadini ha effettuato i controlli dei conti della sanità, vicenda che stiamo peraltro approfondendo attraverso un accesso agli atti per conoscere le modalità in cui è stato conferito l’incarico e i relativi costi, i bilanci sanitari del centrodestra sono stati oggetto di verifiche non da privati incaricati dalla politica, ma dall’ente pubblico Agenas, certificati dal Mef e parificati dalla Corte dei Conti».
«Vale anche la pena ricordare la situazione che il centrodestra sì è trovato a ereditare nel 2019: una sanità annichilita dallo scandalo Sanitopoli e dalla quale i migliori professionisti fuggivano. Le liste d’attesa lasciate dalla sinistra erano infinite e dei 17 ospedali, alcuni erano inutilizzabili, altri non utilizzati. C’erano addirittura certificati di sicurezza scaduti e un enorme disavanzo strutturale. La mobilità aveva un pesante saldo passivo e la spesa farmaceutica era fuori controllo. Abbiamo lavorato con serietà – scrivono i consiglieri di opposizione – senza neppure sprecare troppo tempo a raccontare la reale situazione che ci è stata consegnata da chi ha governato per quasi cinquant’anni prima di noi, consapevoli che la cosa fondamentale fosse investire tutte le energie e le risorse per cercare di rimediare ai danni ereditati, dato che scaricare responsabilità non avrebbe portato alcun guadagno alle nostre comunità».
«Pochi mesi dopo l’insediamento del centrodestra a fine 2019, ci siamo trovati a fronteggiare una pandemia che ha inevitabilmente compromesso il sistema sanitario e i relativi bilanci non solo dell’Umbria, che nella gestione dell’emergenza è stata tra le più virtuose del Paese, come certificato da diversi report del Governo, ma di tutte le Regioni d’Italia. Nonostante le gravi difficoltà causate dal Covid – spiegano le opposizioni – siamo riusciti a fronteggiare le criticità e a limitarne i danni. Mentre la maggioranza millanta una fantomatica operazione verità, non fa altro che prendere in giro i cittadini facendo leva sulle loro paure».
«Quella che stiamo vedendo – concludono – è la peggiore sinistra di sempre, che fa leva sui timori degli umbri nel vile tentativo di scaricare le proprie responsabilità su altri. Quando gli umbri ci hanno scelto per governare, abbiamo dimostrato da subito la determinazione di chi alle inutili chiacchiere e polemiche sul passato, sul quale avremmo avuto molto da raccontare, ha preferito la concretezza del fare. L’atteggiamento mistificatorio dell’attuale maggioranza testimonia non solo la totale inadeguatezza ad amministrare la Regione, ma è anche una grave mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini, presi in giro con menzogne presto smentite dai dati reali».