di Giovanni Cardarello
Diventa sempre più rovente, e senza esclusione di colpi, la polemica politica relativa al cosiddetto ‘buco’ della sanità della Regione Umbria. Un ‘buco’ certificato dall’agenzia KPMG che individua in 243,2 milioni di euro i maggiori costi operativi delle quattro aziende umbre (due Usl e due ospedaliere) rispetto al fondo sanitario regionale che ne garantisce l’operatività.
UMBRIA: LA REGIONE AUMENTA LE TASSE – IL DOCUMENTO
Milioni che nella realtà dei fatti scendono a 90, considerando che dal dato generale va sottratto il saldo positivo della gestione accentrata. Un dato che in ogni caso ha spinto la giunta guidata da Stefania Proietti ad un intervento repentino ed emergenziale. Un intervento che viene annunciato nei dettagli con una nota di stampa.
«Di fronte al certo commissariamento a causa del grave squilibrio emerso dai conti della sanità – si legge nella nota – la giunta regionale, nella seduta straordinaria di venerdì mattina, ha proposto un disegno di legge da portare all’esame dell’assemblea legislativa, per scongiurare, pur nella ristrettezza dei tempi, che questo disastroso scenario si concretizzi».

E ancora: «Il commissariamento, come è noto, porterebbe a un aumento massimale e indiscriminato di tutte le aliquote fiscali per tutte le fasce di reddito, a un incremento del ticket sanitario e a una riduzione dei servizi. Per evitare tale situazione – affermano la presidente Proietti e i suoi assessori – l’esecutivo di palazzo Donini ha proposto l’avvio di un iter legislativo che porta a rivedere in maniera progressiva e non indiscriminata le aliquote fiscali, salvaguardando le categorie più deboli di cittadini e famiglie con redditi bassi che non subiranno alcun aumento».
E ne descrive i contorni: «A titolo indicativo, per coloro che hanno un reddito fino a 15 mila euro tutto resterà invariato. Per lo scaglione da 15 mila a 28 mila euro l’aliquota sull’addizionale Irpef passerà all’1,95. Per coloro che percepiscono un reddito più alto, da 28 mila a 50 mila euro, l’aliquota sarà del 2,05; mentre sarà del 2,1 per lo scaglione più alto, quello superiore a 50 mila euro. Nessuna aliquota toccherà il massimo livello come invece accadrebbe se l’amministrazione regionale rimanesse inerte di fronte allo scenario che si è palesato».
Ma gli interventi non si fermano all’Irpef: si estendono anche a Irap e Bollo. «A partire dal 2026 l’aliquota Irap subirà un aumento dello 0,5 solo per alcune categorie, mentre il bollo auto del 10% escluse le categorie esenti. E’ una scelta difficilissima – prosegue la giunta regionale dell’Umbria – ed emergenziale, che abbiamo cercato di mantenere più equa possibile e che tiene conto delle condizioni economiche dei cittadini. Un ritocco delle aliquote che non colpisce indiscriminatamente tutti ma tutela le categorie più fragili, e soprattutto scongiura l’aliquote massimale. Si tratta, nelle proiezioni, di lievi aumenti che incideranno maggiormente su chi ha di più e sensibilmente su famiglie e cittadini con redditi medi, e che comunque verranno in larga parte neutralizzati da misure a sostegno delle famiglie, in particolare nei servizi dedicati ai più fragili e ai giovani».
E qui l’attacco politico diretto e senza mezzi a termini: «Una manovra che questa giunta non avrebbe mai voluto fare se non avesse ereditato dalla precedente amministrazione una situazione dei conti in sanità disastrosa e già nota alla precedente giunta, diventata insostenibile anche per effetto dei tagli del Governo alla spesa pubblica. La strada, purtroppo, è obbligata di fronte a un pesante disavanzo delle quattro aziende sanitarie, con un deficit strutturale negli ultimi 5 anni a cui si aggiunge il taglio lineare del Governo di 40 milioni dei trasferimenti alla Regione nel prossimo triennio».
«Siamo certi – conclude la giunta della Regione Umbria – che la nostra comunità comprenderà una scelta coraggiosa, unica possibile e indispensabile per evitare le conseguenze ben più gravi di un commissariamento che comprenderebbe comunque l’innalzamento delle aliquote fiscali al massimo, quindi preleverebbe un maggiore gettito dalle tasche dei cittadini. Solo così potremo rimettere a posto i conti dell’ente e potremo garantire un sistema sanitario pubblico con, finalmente, maggiori risorse strutturali su cui abbiamo cominciato a lavorare da subito affinché la sanità pubblica umbra torni ad essere efficiente, accessibile e di alta qualità. Siamo certi di poterlo fare perché l’Umbria, pur avendo un sistema molto capillare, è una regione in cui, ripartendo con conti in equilibrio, ci sono ampi margini di miglioramento. Vogliamo rivolgere un sentito ringraziamento agli uffici regionali, ai direttori, dirigenti e collaboratori che non si sono risparmiati e si sono prodigati strenuamente in queste ore, con enorme impegno e professionalità, per elaborare, seguendo il nostro indirizzo politico, una proposta il più possibile equa e sostenibile per i cittadini».
‘Buco’ sanità Umbria: i numeri della manovra e tutti gli aumenti previsti
Ma a tutto questo l’opposizione non ci sta, e non poteva essere altrimenti, e passa al contrattacco con toni non meno importanti. Contrattacco che ha preso le mosse dai tre consiglieri regionali di Fratelli d’Italia – Agabiti, Giambartolomei e Pace – che in un nota di stampa affermano che «non esistono i presupposti per un commissariamento che nessuno ha mai autorizzato né autorizzerebbe. Ancor più grave è il tentativo della giunta di confondere l’opinione pubblica con valutazioni di bilancio commissionate ad hoc, spacciandole per verità assolute».

Consiglieri di Fratelli d’Italia seguiti a ruota dall’ex sindaco di Perugia, Andrea Romizi, che su Facebook, con tanto di cifre e grafiche, sottolinea «la percezione che questa campagna sensazionalistica serva solo a nascondere il fatto che le liste d’attesa aumentino invece di azzerarsi e che, come preannunciato, si prefigura un aumento di tasse che peserà non poco sulle spalle dei cittadini umbri».
Intanto Donatella Tesei ed Enrico Melasecche (Lega) annunciano la presentazione di una richiesta di accesso agli atti, firmata anche dai capigruppo di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Tesei Presidente-Umbria Civica, in cui sottolineano che «ci sono molte incongruenze nelle analisi dei conti della sanità umbra diffuse dalla giunta Proietti. Oltre ai dati falsati e alle mistificazioni della sinistra, create al solo scopo di giustificare l’aumento delle tasse ai cittadini, emerge un’altra questione su cui intendiamo fare presto chiarezza: le modalità di affidamento dell’incarico, con relative tempistiche, alla società privata scelta dalla giunta per il reperimento e l’elaborazione dei dati».
Infine arriva la nota congiunta di tutte le opposizioni che ben rappresenta lo scontro totale in atto. «Un vero e proprio salasso si abbatterà sugli umbri con l’aumento di Irpef, Irap e bollo auto voluto dalla sinistra extralarge – affermano Agabiti, Arcudi, Gianbartolomei, Melasecche, Pace, Pernazza e Romizi -. Un incremento della pressione fiscale senza precedenti che graverà su famiglie e imprese per ben 322 milioni di euro, imponendo ad ogni cittadino un aumento di oltre 500 euro di tasse in più. Un colpo durissimo che metterà in ginocchio l’economia della regione, colpendo indiscriminatamente cittadini, lavoratori e aziende».
«La sinistra – aggiungono – dimostra ancora una volta il suo vero volto: quello di un governo regionale che, con la sua politica del tassa e spendi, mette le mani nelle tasche degli umbri. La loro manovra fiscale è al limite del prelievo forzoso e dimostra chiaramente come l’unico obiettivo sia garantire equilibri interni a una maggioranza extralarge, piuttosto che il bene della comunità. Quando siamo stati noi al governo regionale – ricordano gli esponenti dell’opposizione – non abbiamo aumentato di un centesimo la pressione fiscale. Eppure abbiamo dovuto affrontare situazioni debitorie pesantissime, ereditate proprio dal centrosinistra: dai bilanci in crisi della Provincia di Perugia, alle criticità del trasporto pubblico locale, fino alle difficoltà delle comunità montane. A queste difficoltà si è aggiunta la pandemia, un evento epocale che ha pesato in maniera oggettiva sulla gestione della pubblica amministrazione, altro che relazioni sventolate ad hoc per giustificare una stangata fiscale del genere con lo spauracchio del commissariamento. Commissariamento che, guarda caso, non viene mai preso in considerazione nella delibera approvata dal centrosinistra per giustificare la stangata. A conferma di una vera messa in scena orchestrata ad arte per ingannare gli umbri che è già stata smascherata. Ora saremo noi a mettere in atto un’operazione verità per vedere da vicino l’operato dei primi tre mesi della sinistra al governo».

«Noi responsabili, la sinistra no – proseguono i consiglieri di opposizione -. Debiti ereditati, pandemia. Nonostante tutto non abbiamo caricato il peso sulle spalle degli umbri. Anzi, abbiamo restituito 30 milioni di euro alle famiglie attraverso agevolazioni e sostegni concreti, senza mai ricorrere a nuove tasse. Così come abbiamo sostenuto la crescita delle imprese umbre. Abbiamo razionalizzato le spese, tagliato sprechi e cercato risorse in Europa per garantire un bilancio sano e sostenibile. Questa scelta del centrosinistra è ancora più grave perché la loro stessa manovra dimostra che non c’è alcuna emergenza finanziaria. Infatti, parte di questa stangata fiscale scatterà solo il prossimo anno, segno evidente che il quadro economico regionale non richiede misure straordinarie immediate. Inoltre, la narrazione dei presunti tagli governativi è una menzogna: lo Stato invierà in Umbria ben 47,5 milioni di euro per la sanità quest’anno e 76 milioni nel prossimo».
«Ammesso e non concesso che manchino all’appello i fantomatici 90 milioni che il centrosinistra continua a sbandierare senza alcuna certificazione istituzionale – concludono le opposizioni compatte -, quale sarebbe la necessità di una manovra così punitiva da 322 milioni di euro? La verità è una sola: queste tasse in più non servono a salvare i conti pubblici, ma a mantenere in piedi un governo regionale che si regge sul motto tassa e spendi. Basta bugie, basta tasse: gli umbri non sono un bancomat. La messa in scena è finita. Il centrosinistra vuole far pagare ai cittadini il prezzo dei suoi equilibri interni, ma noi non lo permetteremo».
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