di Giovanni Cardarello
Da qualche giorno nelle stanze della politica umbra e sui media, non si parla d’altro: del ‘buco’ di bilancio nella sanità regionale. Un termine invero improprio, tecnicamente si tratta di ‘maggiori costi operativi’ rispetto al fondo sanitario regionale. Costi stimati dall’agenzia KPMG – incaricata dalla Regione – in 243 milioni di euro che diventano 90 sottraendo il saldo positivo della gestione accentrata. Numeri comunque importanti in quanto «l’ultimo atto ufficiale della direzione regionale salute e welfare sui conti della sanità – specificano i consiglieri di opposizione in una nota di questi giorni – riconosceva un disavanzo complessivo di 40 milioni di euro».
Numeri che hanno spinto l’esecutivo-Proietti uscito dalle urne del 17 e 18 novembre scorsi, ad una manovra di bilancio repentina ed emergenziale. Numeri che, al tempo stesso, il centrodestra – alla guida della Regione dal 2019 al 2024 – contesta pesantemente, tanto nella forma con cui sono stati individuati quanto nella sostanza. Ma al netto della bagarre politica, restano gli atti formali che parlano della decisione della giunta guidata da Stefania Proietti di portare in consiglio regionale, per «evitare il commissariamento», un disegno di legge atto a «scongiurare che questo disastroso scenario si concretizzi». In una nota di stampa la presidente e i suoi assessori hanno disegnato i contorni del disegno di legge, contorni che a valle di una serie di calcoli possiamo riassumere nei seguenti termini.
Aumento Irpef
L’azione più consistente riguarda l’aumento dell’addizionale regionale Irpef, quella parte di ‘imposta sul reddito delle persone fisiche’ che viene pagata in base all’aliquota della regione di residenza. Da questa azione l’esecutivo umbro attende un flusso di cassa di almeno 90 milioni di euro. Ecco come. I contribuenti presenti nello scaglione di reddito sotto i 15 mila euro non subiscono variazioni e continuano a pagare l’1,23%. Chi è presente nello scaglione di reddito che va da 15.001 a 28 mila euro subisce un aumento dello 0,33%, passando da 1,62% a 1,95%. I contribuenti dello scaglione di reddito che va da 28.001 a 50 mila euro – la maggioranza – subisce un aumento di 0,38% passando da una tassa del 1,67% ad una del 2,05%. Infine, chi è ricompreso nello scaglione di reddito che va oltre i 50 mila euro vede un aumento di 0,27% passando da 1,83% a 2,10%.
Aumento Irap
L’Irap, ‘imposta regionale sulle attività produttive’ istituita nel 1997 dal Governo guidato da Romano Prodi accorpando altre cinque balzelli e, come riporta il quotidiano La Nazione, «dovuta da coloro che esercitano abitualmente, nel territorio della Regione, un’attività autonomamente organizzata diretta alla produzione di beni o servizi», dovrebbe portare nelle casse dell’eEnte circa 17,5 milioni di euro. La nuova Irap della Regione Umbria passa infatti dal 3,40% al 3,90%.
Aumento del bollo auto
Qui l’aumento è secco e universale del 10%, con un introito previsto di 9 milioni. Da segnalare, infine, che tanto per l’’Irap quanto per il bollo auto l’aumento scatta dal 1° gennaio 2026, mentre l’aumento dell’Irpef sarà immediatamente operativo una volta che il disegno di legge regionale verrà approvato dall’assemblea e pubblicato sul Bur dell’Umbria.
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