
Aggiornamento – La confessione
Sentito a lungo negli ufficio del commissariato di pubblica sicurezza di Spoleto, Nicola Gianluca Romita ha confessato di aver ucciso la moglie Laura Papadia al culmine dell’ennesima lite familiare, in un contesto fatto di frequenti tensioni. Le ha messo le mani al collo e ha stretto fino ad ucciderla, nonostante i tentativi della 37enne di difendersi. Il tragico fatto sarebbe avvenuto all’alba di mercoledì. Al termine delle formalità, il 48enne è stato sottoposto a fermo per l’ipotesi di omicidio volontario e tradotto in carcere. Il quadro che emerge, nel tentativo degli inquirenti di dare una lettura al gravissino fatto, è quello di una donna e del suo profondo desiderio di maternità. Frustrato da un marito che non voleva altri figli, dopo i due avuti in passato, uno dall’ex moglie ed un altro da una seconda donna. Incomuncabilità, vite che guardavano orizzonti differenti: nulla – ovviamente – che possa giustificare quanto compiuto., ma solo offrire una chiave di lettura.

In una nota diffusa nella prima serata di mercoledì dalla polizia di Stato, si legge che «questo pomeriggio, al termine di un lungo interrogatorio, la polizia di Stato ha dato esecuzione al provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Spoleto nei confronti del 47enne che questa mattina, dopo aver contattato il numero di emergenza unico europeo, aveva comunicato di aver compiuto un gesto violento nei confronti della moglie, minacciando di compiere un gesto estremo. Gli operatori, intervenuti presso l’abitazione dell’uomo, avevano trovato la moglie priva di vita. Dai primi rilevi del personale del posto di fotosegnalamento della polizia Scientifica e del medico legale, sembrerebbe che le cause del decesso siano riconducibili a soffocamento. Il 47enne, accompagnato presso gli uffici del commissariato di Spoleto, è stato sottoposto ad interrogatorio di garanzia da parte del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Spoleto e dal sostituto procuratore di turno, coadiuvati dal personale del commissariato e della squadra Mobile della questura di Perugia. Alla luce dei gravi indizi emersi e della pericolosità dell’uomo, che durante l’interrogatorio si è dimostrato collaborativo, il procuratore della Repubblica ha disposto il fermo di indiziato di delitto, delegando l’esecuzione del provvedimento alla polizia. Acquisito il provvedimento, al termine delle attività di rito, il personale del commissariato ha dato esecuzione accompagnando il 47enne presso la casa di reclusione di Spoleto, a disposizione dell’autorità giudiziaria».
La notizia
Tragedia nella mattinata di mercoledì a Spoleto, dove Laura Papadia, una donna di 37 anni originaria di Palermo e vice direttrice del supermercato Tigre di viale Martiri della Resistenza, a Spoleto, è stata trovata senza vita nella sua abitazione, posta al quarto piano di un palazzo storico – la ‘Rocca dei Perugini’ – di via Porta Fuga. Si tratterebbe di un femminicidio.
La polizia di Stato ha rintracciato e fermato il marito della vittima – Nicola Gianluca Romita, agente di commercio 48enne originario di Milano (lavora come rappresentante di vini per conto di una cantina locale) e che in passato era stato coniugato con un’altra donna – che, dopo aver lanciato lui stesso l’allarme alla prima moglie dicendo di aver «fatto un macello», si è diretto verso la zona del Ponte delle Torri, probabilmente per compiere un gesto estremo. «Ho ucciso mia moglie» avrebbe detto, sconvolto, a testimoni. L’uomo, messo al sicuro dagli agenti – non senza difficoltà – è stato accompagnato in commissariato per essere sentito in ordine ai fatti.

Sono in corso indagini da parte della squadra Mobile della questura di Perugia, anche con l’ausilio della polizia Scientifica, per ricostruire ogni dettaglio del grave fatto di sangue. Secondo quanto appreso, la 37enne, che mercoledì mattina non si è presentata al lavoro con i colleghi che hanno cercato inutilmente di contattarla, potrebbe essere stata strangolata o soffocata all’interno della camera da letto. Sul posto – ovvero l’abitazione della coppia, la cui relazione andava avanti da circa sei anni (non avevano figli mentre il 47enne ne aveva due da altrettante precedenti relazioni) e che viveva a Spoleto da un paio d’anni – sono intervenuti anche il procuratore della Repubblica di Spoleto Claudio Cicchella, il magistrato di turno Alessandro Tana e il medico legale Eleonora Mezzetti.
La prima ricostruzione della polizia di Stato
Nel primo pomeriggio di mercoledì la polizia di Stato ha diffuso una nota in cui si legge che mercoledì mattina, «a seguito di chiamata al 112, il personale del commissariato di Spoleto è intervenuto presso un’abitazione della città dove ha rinvenuto il cadavere di una donna, classe 1988. Il ritrovamento è seguito ad un precedente intervento della Volante, effettuato presso il Ponte delle Torri, dove era stato segnalato un uomo – classe 1977, con precedenti di polizia (era stato denunciato per minacce dagli ex suoceri, ndR) – che minacciava di compiere un gesto estremo. Giunti sul posto, gli agenti della Volante hanno trovato il 47enne che, visibilmente agitato, ha fatto intendere di aver compiuto un atto violento e di essere intenzionato a compiere un gesto estremo. Mentre gli operatori procedevano a tranquillizzare e tentare di convincere l’uomo a desistere dal suo intento, un’altra Volante si è portata presso l’abitazione dove il 47enne conviveva con la compagna al fine di verificare quanto dallo stesso dichiarato. Giunti sul posto, con l’ausilio del personale dei vigili del Fuoco, gli agenti sono entrati all’interno dell’abitazione dove hanno trovato il corpo privo di vita della compagna 36enne. Presso l’abitazione, oltre al personale sanitario del 118, è poi sopraggiunto il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Spoleto, unitamente al sostituto procuratore di turno, il personale del posto di fotosegnalamento della polizia Scientifica e il personale della squadra Mobile, i quali hanno proceduto ai primi rilievi del caso. Il 47enne, invece, dopo una lunga ed estenuante opera di persuasione dei poliziotti, è stato convinto dal desistere dai suoi propositi e, una volta bloccato, accompagnato presso gli uffici del commissariato. Sono in corso gli approfondimenti investigativi finalizzati a ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto».