di Giovanni Cardarello
I primi atti politici del nuovo presidente della Provincia di Terni, il sindaco del capoluogo, Stefano Bandecchi entrano subito al centro dell’attenzione. E sono due atti politici affatto banali. Il primo è quello di presidiare, da protagonista, il sit-in delle opposizioni sotto la sede della Regione Umbria, a Perugia, contro la manovra di bilancio della giunta Proietti. Bandecchi in quel contesto ha chiesta di garantire un «tavolo di confronto con i consiglieri regionali di opposizione. Presidente – ha detto rivolgendosi alla Proietti – se ci assicura questa nostra richiesta ce ne andiamo, altrimenti è ‘un casino’».
Il secondo è più di lungo respiro e riguarda direttamente il suo nuovo incarico. Bandecchi agli inizi di marzo ha lanciato la proposta di raccogliere le firme in 14 Comuni umbri per chiedere di passare sotto la provincia di Terni. I Comuni interessati all’operazione sono Todi, Massa Martana, Spoleto, Campello sul Clitunno, Sellano, Preci, Cerreto di Spoleto, Norcia, Vallo di Nera, Sant’Anatolia di Narco, Scheggino, Poggiodomo, Cascia e Monteleone di Spoleto. Un’operazione, secondo il promotore, necessaria a riequilibrare il peso delle due Province dell’Umbria che oggi, di fatto, sono una il triplo dell’altra. La Provincia di Perugia, infatti, conta 636.531 residenti mentre quella di Terni è ferma a 215.423.
Vari i motivi che spingono Bandecchi a questa sortita politica. Aumentare il peso amministrativo, modificare i pesi economici, aggiornare i flussi turistici e ovviamente incidere, con dimensioni diverse, sul dibattito aperto dalla presidente della Regione Stefania Proietti sulla creazione della Usl unica con quattro rami di azienda. Un’operazione che, a conti fatti, farebbe salire la Provincia di Terni a 284.643 abitanti diventando l’esatta metà della nuova Provincia di Perugia che scenderebbe a 567.311.
Se l’operazione avrà gambe e fiato politico e amministrativo lo dirà solo il tempo. Di certo le prime reazioni dei sindaci dei principali comuni interessati, ovvero Spoleto e Todi, rispettivamente 35.972 e 15.500 abitanti, non sono confortanti. «Non siamo la Groenlandia – dichiara a Il Messaggero il sindaco di centrosinistra della città del Festival dei Due Mondi, Andrea Sisti -. Il senso è che la questione della riorganizzazione delle Province deve essere inserita in un ragionamento più complesso. Un contesto dove si ragiona d’Europa e di macroregioni». Aggiungendo una proposta: «Guardo all’esperienza Auri – l’Autorità umbra rifiuti e idrico di cui Sisti da luglio è presidente -, dove è stato realizzato un organismo unico per i cittadini».
Gli fa eco sempre a Il Messaggero, dall’altro lato della barricata politica, Antonio Ruggiano, sindaco di Todi: «Il tema del riequilibrio della Regione Umbria è una cosa seria e deve essere affrontato, ma non col sistema dell’acquisto dei comuni o con la transumanza di popolazioni». Sul tema interviene, sempre a Il Messaggero, anche il sindaco di Perugia Vittoria Ferdinandi: «Non mi pare, ma potrei sbagliami, che i cittadini e le cittadine dei comuni limitrofi alla Provincia di Terni sentano così forte l’esigenza di passare sotto un’altra Provincia». E ancora: «Riequilibrare due Province è possibile ma non lo si può fare con un processo di annessione».