di Francesca Torricelli
«Richiamare l’attenzione delle istituzioni locali su un tema cruciale per la tutela delle persone fragili e per la tenuta del sistema sociosanitario territoriale». Questo l’obiettivo della cooperativa sociale ‘La Speranza’ – che a Terni, in convenzione con la Usl Umbria 2, gestisce i centri Tepee, Iglù e Dom – che mercoledì mattina ha invitato il sindaco Stefano Bandecchi a visitare le strutture dedicate all’accoglienza di pazienti psichiatrici e con l’occasione affrontare «un tema di grande rilevanza sociale e sanitaria: la compartecipazione alla spesa delle rette psichiatriche da parte dei pazienti ospitati».
La presidente della cooperativa, Tania Martellotti ha spiegato che «si tratta di una problematica tutt’ora irrisolta che, a causa delle differenti modalità di applicazione da parte dei territori umbri, genera evidenti disparità di trattamento tra pazienti in condizioni analoghe. Questa situazione grava da qualche anno sulle famiglie e sulle cooperative sociali, che spesso si trovano a sostenere direttamente o indirettamente il costo delle rette per evitare l’interruzione dei percorsi terapeutici. Molti pazienti, infatti, rischiano di rinunciare all’accoglienza o di interrompere la cura perché impossibilitati economicamente a farvi fronte».
Dopo aver visitato la struttura e aver promesso agli ospiti di pranzare un giorno con loro e di portarli fuori «a prendere un caffè insieme», il sindaco Bandecchi si è fermato a fare delle riflessioni con gli operatori della struttura: «Queste persone avrebbero bisogno di una maggiore cura ed assistenza e io voglio subito un incontro con la Regione, voglio che vengano qui a vedere di persona di cosa si parla. Bisogna mettersi nella condizione di curare delle persone per dar loro un futuro migliore possibile. I cittadini ternani stanno pagando delle problematiche sanitarie, che poi non sono nemmeno curate come problematiche sanitarie perché parliamo di aspetti sociali. Queste persone non hanno un problema sociale, hanno seri problemi sanitari e oggi non hanno le cure necessarie. Faremo in modo di cambiare la delibera regionale e il Comune avvierà un’azione contro la Regione. I soldi devono venire fuori, come Comune mi impegno a pagare per quello che serve, ma le cose devono cambiare e noi dobbiamo poi riprenderci i soldi».