di Giovanni Cardarello
La sera del Venerdì Santo dell’anno giubilare 2025, Cascia ha vissuto uno dei momenti più intensi e identitari del proprio calendario liturgico: la solenne processione del Cristo Morto. Parliamo di un evento tra i più longevi dell’Umbria, un evento che da oltre sette secoli si rinnova senza interruzioni, anche in condizioni meteorologiche avverse.
Cascia da questo punto di vista ha, infatti, una lunga storia di devozione religiosa e processioni. La reliquia del Miracolo Eucaristico, avvenuto vicino Siena nel 1330 e conservata nella basilica di Santa Rita a Cascia, è tradizionalmente portata in processione durante la festa del Corpus Domini fin dal 1387, come ordinato negli Statuti Comunali di Cascia.
La Confraternita della Buona Morte, l’organizzazione che appronta l’evento religioso del Venerdì Santo, è attiva fin dal 1300 mentre la prima processione documentata risale al 1731. E venendo all’edizione 2025 della storica processione c’è da registrare la partecipazione di centinaia di figuranti, tra confratelli, penitenti, soldati romani, donne in costume e portatori.
Le vie del centro storico, illuminate dalle fiaccole, hanno fatto da cornice al passaggio del feretro del Cristo Morto e della Madonna Addolorata, accompagnati dalle note delle marce funebri e dal canto del ‘Miserere’. Tantissimi i presenti, provenienti da tutta l’Umbria e da fuori regione, testimoniando ancora una volta il forte legame tra Cascia, le sue tradizioni e la fede popolare.
«È un evento molto sentito e spirituale che si ripete da secoli – ha dichiarato Mario Bruni, priore della Confraternita della Buona Morte – e che coinvolge l’intera comunità. Ogni anno rinnoviamo un rito che è parte profonda della nostra identità».
Gli fa eco Mario De Carolis, sindaco di Cascia, sottolineando l’importanza dell’evento anche dal punto di vista turistico: «È un appuntamento atteso, capace di segnare l’avvio ufficiale della stagione degli eventi. Gli hotel sono pieni, il turismo è ripartito, e questa processione rappresenta l’inizio di un calendario ricco, che darà slancio alla nostra offerta culturale e spirituale».