di Giovanni Cardarello
«Il 25 aprile dovrebbe essere un giorno di unità, memoria condivisa e rispetto delle libertà democratiche conquistate a caro prezzo. E invece, a Perugia, proprio nel cuore della celebrazione della Liberazione, si è consumato un episodio inaccettabile e vergognoso». Lo scrivono in una nota Michele Guaitini e Andrea Maori, rispettivamente segretario e tesoriere dei Radicali di Perugia. Oggetto della denuncia, un fatto avvenuto durante la manifestazione cittadina in onore della Liberazione, manifestazione durante la quale «un cittadino, il professor Alessio Moretti, è stato fisicamente e verbalmente aggredito per aver sventolato una bandiera ucraina».
Ma non solo. Secondo i Radicali la bandiera «gli è stata strappata dalle mani, l’asta piegata e distrutta, il tutto accompagnato da insulti, minacce e una retorica che nulla ha a che vedere con l’antifascismo autentico». «Esprimiamo solidarietà al professor Moretti – aggiungono i Radicali di Perugia – e chiediamo alle istituzioni, al Comune di Perugia e alle associazioni promotrici, di prendere le distanze da questi comportamenti».
Alla denuncia e alla solidarietà dei Radicali si aggiunge il coordinamento regionale Forza Italia Giovani Umbria. «La posizione di Forza Italia – scrivono in una nota – sarà sempre a favore dell’Ucraina: Paese sovrano e indipendente, aggredito dal dittatore Putin e dalla Russia. Esprimiamo solidarietà anche al professor Alessio Moretti, che ha subìto fisicamente e verbalmente l’aggressione per aver sventolato la bandiera ucraina». Il fatto, increscioso, ricalca in pieno quanto accaduto a Torino dove in condizioni analoghe è stato bloccato l’ingresso nel corteo da militanti di Più Europa e Azione presenti al raduno con le bandiere di Unione Europea e Ucraina.
Solidarietà, ai Radicali e al militante aggredito, anche da parte del partito Liberaldemocratico Umbria che parla di «gesto squadrista» e stigmatizza «il silenzio complice delle associazioni presenti in piazza e delle forze politiche che in queste ore si sono riempite la bocca parlando di libertà, tolleranza e inclusione».