«A due ore dalla chiamata, nessuna ambulanza. Vergogna»

Perugia – La lettera di Lucio Napoli, ex vigile del fuoco, all’assessore regionale alla sanità. «Fallimento del sistema e della politica»

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Lettera all’assessore regionale alla sanità Luca Coletto

di Lucio Napoli
Ex vigile del fuoco residente a Perugia

Caro assessore, le scrivo perché ritengo lei responsabile del declino sociale della nostra sanità, una responsabilità che cade su lei e su tutti quelli che stanno al suo fianco. Non parlo di appartenenza a colori o fazioni politiche, ma semplicemente della vostra incapacità nel gestire le scelte politiche sociali della nostra regione. Fino a tempi non troppo remoti eravamo una regione con molte eccellenze, oggi non siamo nemmeno da terzo mondo: il perché è facile, potrei elencare infinite stupidaggini fatte, ma basta solo ricordare la gestione dell’emergenza della pandemia. Non sono un politico, ma un esperto di emergenze e potrei contestare il tutto con cognizione di causa. Non è questo che mi interessa, ho sempre creduto nel sistema Stato e le sue appendici, ma mi rifiuto di essere uno che tace e sopporta l’incompetenza di chi ci gestisce, l’incapacità gestionale è sotto gli occhi di tutti, è l’incapacità politica che mi spaventa. La gestione della Res Publica deve essere come la gestione di casa propria e non una mucca da mungere fino allo sfinimento, i tempi delle vacche grasse sono finiti da molto tempo, oggi sono come quelle dell’India, secche e scarne.

La mia contestazione alla sua gestione della sanità dell’Umbria nasce da un fatto concreto appena accaduto, in sintesi quanto segue: oggi credo che si sia superato ogni limite di decenza. Ho passato una vita a soccorrere persone e animali, ma mai avrei pensato che per avere un’ambulanza ci volessero 2 ore. Mia madre, anni 93, cade in casa (in via Pisacane, zona Ferro di Cavallo a Perugia, ndR), batte la testa e si procura una ferita con fuoriuscita di sangue. Chiamo il 118 alle 13.38 e mi dice ‘stiamo terminando un soccorso e siamo da lei’. Dopo 56 minuti richiamo e dicono ‘stiamo finendo di sanificare il mezzo 10 minuti e arriviamo’. Alle 15.10 richiamo e mi dicono ‘ora siamo impegnati in cose più importanti, appena possibile arriviamo’. Nello spazio tra le telefonate applico la mia esperienza e sano momentaneamente la situazione. Porto personalmente mia madre al pronto soccorso alle 15.33, sono un poco nervoso, visitano mamma e alle 16.40 iniziano a mettere punti fare tracciati e forse TAC. Alle 17.40 ritorna al pronto soccorso e si resta in attesa di risposte, questa fase è come sempre lenta, ma spero che alla fine dia i giusti risultati.

Questi i fatti, come avrà compreso il focus non è sulla funzionalità del servizio ospedaliero, ma sul modo gestionale del soccorso tramite 118. Su questo potrei aprire un dibattito senza fine, il problema è che non capirebbe di cosa parlo, la invito cordialmente ad approfondire la tematica e ripristinare un giusto servizio per una società come quella umbra che non nulla da invidiare ad altre. Come finirà non lo so, ma mai come oggi mi sono vergognato di appartenere ad una società priva di valori e decenza. Di chi la colpa? Mia, tua, nostra, vostra? Certo è che la sua gestione politica della sanità ha portato al fallimento totale, lo smodato interesse al denaro e non all’uomo porterà tutti verso una strada di non ritorno, si fermi e inverta la rotta. Io spero solo che gli umbri capiscano e mandino a casa questa generazione di politici incompetenti, io nel mio piccolo farò il possibile, intanto denuncerò questo ulteriore episodio di malasanità.

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