Il bilancio lascia ben sperare, ma sono ancora tanti i motivi che destano preoccupazione. Così, martedì, la quarta commissione del consiglio comunale di Perugia è tornata a parlare di aeroporto, con l’ordine del giorno promosso dal Movimento 5 Stelle in relazione anche allo sviluppo turistico della regione.
Il gap «L’aeroporto – sostiene Rosetti – è una infrastruttura strategica che insieme all’alta velocità ferroviaria ha la funzione fondamentale di far uscire l’Umbria dallo storico isolamento in cui è stata scientificamente posta. Eppure, non risulta che ad oggi siano state messe in essere azioni sufficientemente incisive e tali da potenziare con un programma ben definito di marketing territoriale-operativo e turistico-culturale, l’incoming, e, visti gli ultimi episodi, neppure l’outgoing. La Regione Umbria e la Società Sviluppumbria non hanno in questi anni garantito sufficiente impegno e, soprattutto, capacità in tal senso». Soprattutto per una partecipata del comune – già ricapitalizzata due volte solo nel corso dell’attuale consiliatura – oltre che da Sviluppumbria, Camera di commercio, Confindustria, comune di Assisi e Ance. «E’ una buona notizia l’attivo del bilancio di Sase nel 2017. Ma –ha concluso Rosetti- il potenziamento e lo sviluppo dell’aeroporto dipendono dalla capacità di programmazione e dalla messa in atto di politiche turistiche integrate in capo a Regione e comuni».
Scalo regionale Di redditività complessa, per gli aeroporti regionali, ha parlato l’assessore Michele Fioroni. «Sono reduce da un viaggio a Seattle – ha ricordato – che è un esempio perfetto di quello che sto affermando. Il vantaggio competitivo che oggi Perugia riesce a dare a questo territorio è legato alle nuove tecnologie e all’informatica, per esempio si potrebbe lavorare ad un sistema virtuoso fatto di nuove start up d’impresa legate al turismo». Non nasconde, persino l’assessore, l’evidente gap turistico dell’Umbria per questo, ha detto, l’operazione Fly Volare voleva sviluppare nuove tratte indipendentemente dai vettori. «Quel progetto – ha ricordato – aveva come obiettivo proprio quello di avere un aereo base che garantisse un certo numero di tratte e quindi generasse flussi. Il problema semmai è stato che è stata comunicata prematuramente»
Secondo aeroporto di Roma «Il nostro aeroporto – ha detto il presidente di Sase Ernesto Cesaretti – è una struttura moderna, l’unica di queste dimensioni che può vantare un bilancio in positivo e che si pone in una posizione d’interesse per tutto il centro Italia se consideriamo che l’aeroporto di Ancona Falconara ha 50 milioni di debito ed è sotto commissione, il San Francesco potrebbe diventare il secondo aeroporto di Roma, visto che Ciampino dovrebbe entrare a breve in ristrutturazione e quindi resterà chiuso un paio d’anni, Rimini sostanzialmente non esiste più, Siena non è mai partita. Insomma, si prospetta un’opportunità veramente grande per tutta la regione».
I pasticci estivi Cesaretti ha anche chiarito alcuni aspetti rispetto alle vicende che hanno visto la società Sase e l’aeroporto protagonisti lo scorso mese d’agosto. In particolare, per la vicenda Fly Marche, ha spiegato che Sase ha semplicemente messo a disposizione l’aeroporto al tour operator, che ha venduto direttamente i biglietti e organizzato da solo i voli. «Abbiamo saputo che la società è in una forte situazione di debito e ha smesso di volare, lasciando a piedi anche dei passeggeri, che noi -quale atto dovuto verso di loro e non perchè avessimo una qualche responsabilità nella situazione- abbiamo provveduto a riportare a casa». «Per far decollare l’aeroporto – ha concluso – l’unica possibilità è avere un aereo di base, ma dipende dai privati, dalla loro decisione di investire nel nostro aeroporto e al momento non ci sono tour operator disponibili a questo».
Passività Una struttura giovane che deve crescere, invece, per il direttore generale di Sviluppumbria Mauro Agostini. «L’ottenimento della concessione -ha spiegato- è stato il primo appuntamento realizzato. Il secondo è stato l’inserimento dell’aeroporto nel Piano nazionale degli aeroporti, un obiettivo non scontato, raggiunto grazie ad un’azione incisiva della regione. Il terzo elemento fondamentale -ha proseguito- è il raggiungimento dell’equilibro economico». Dati alla mano, secondo Agostini nel 2013 l’aeroporto chiudeva con meno 1milione 529mila euro, nel 2014 meno un milione e 176 mila euro, ridottisi progressivamente a meno 845 mila euro nel 2015, 320mila nel 2016 per poi passare in positivo nel 2017, con un bilancio semestrale a +59.349 euro e una chiusura a fine anno con un sostanziale equilibrio economico e un patrimonio netto per Sviluppumbria che è passato dai 243 mila euro del 2013 ai 425 mila euro di oggi. Agostini ha sottolineato come anche il numero dei passeggeri sia aumentato nel tempo arrivando, per il primo semestre del 2017, ad un incremento del 18/20%.
Tre milioni l’anno è la cifra che, insieme, raggiungono i tre soggetti finanziatori Sviluppumbria, Camera di commercio e fondazione Cassa di risparmio. «Le risorse regionali sono raddoppiate in tre anni – ha spiegato ancora Agostini – passando dai 600mila euro del 2014, agli 826mila euro del 2015, 850mila euro nel 2016 ai 1.070 del bilancio assestato 2017». Sul piano turistico sono poi attive, da due anni, promozioni che legano l’aeroporto al turismo regionale, in particolare sul mercato inglese – 100 mila passeggeri l’anno – tedesco e belga. «Ma volte ci troviamo di fronte al problema di non avere pacchetti turistici da proporre ha concluso- C’è un aspetto dell’offerta turistica che va assolutamente ripensato, uscire da un mercato turistico asfittico, che non riesce a cogliere le opportunità per andare verso una nuova collaborazione tra pubblico e privato e, all’interno i questo progetto, far rientrare il rafforzamento dell’aeroporto».