di Giovanni Cardarello
Mentre da un lato l’influenza stagionale, al netto dei dati sui minori, inizia a chiudere il proprio ciclo, un nuovo problema, anch’esso ciclico, si affaccia all’orizzonte. Parliamo delle riniti e delle forme di asma allergica che, secondo i dati di Arpa Umbria mette in crisi, già in questi ultimi giorni di febbraio, oltre 60 mila cittadini umbri
La spiegazione tecnica è molto semplice. Le anomale condizioni meteo di febbraio hanno determinato la fioritura spontanea di campi e giardini e le piogge, secondo quanto riferiscono al quotidiano ‘Il Messaggero-Umnbria‘ – l’articolo è a firma di Selenio Canestrelli – i tecnici di Arpa Umbria, «influenzano in modo preminente la diffusione e il potere allergenico dei pollini». Questo perché «i temporali determinano la rottura del polline, aumentandone il relativo potere allergizzante».
Gli esempi pratici derivano dal bollettino quotidiano sulla qualità dell’aria dove accanto agli inquinanti, vengono descritte anche le concentrazioni di pollini. E da qui si evince, ad esempio che nella zona di Terni sono segnalate forti concentrazioni di spore di cipresso nell’aria. Ma con livelli medio alti in tutto il territorio regionale, mentre nella zona di Città di Castello sono state rilevate importanti quantità di pollini di ontano tanto da determinare l’indicazione del ‘bollino rosso’ per l’aria del comprensorio.
Tutti elementi che, peraltro, nei primi giorni di marzo sono destinati a peggiorare a causa delle alterne, e anomale, condizioni meteo caratterizzate da grandi oscillazioni e dalla iperproduzione di particolato biologico che determina appunto crisi respiratorie, riniti e asma. Un problema che per le persone in buone condizioni fisiche rappresenta lo stesso fastidio dell’influenza stagionale, ma che per le persone con fragilità può essere un problema serio.
Un fattore che spiega, sempre a ‘Il Messaggero‘, il medico di medicina generale dottor Stefano Laureti: «In questo periodo di esposizione agli allergeni stagionali, la terapia andrebbe regolarmente condotta in quanto maggiore è la necessità di differenziare i sintomi derivanti dell’allergia rispetto ad altre infezioni virali più comuni».
Alcuni dati, infine, sull’influenza stagionale che, come accennato, viaggia verso la fase finale della curva. L’incidenza, secondo i dati dell’ultimo rapporto di sorveglianza dell’influenza dell’Istituto superiore di sanità, parla indica il 13 per mille con un dimezzamento dei casi ai danni dei bimbi, passati dal 50 per mille agli attuali 20 per mille abitanti.