di S.F.

Si raccomanda «che le attività di controllo siano intensificate nelle aree maggiormente critiche per la qualità dell’aria nonché per le attività quali acciaierie, impianti di conglomerati bituminosi, impianti che possono avere impatti odorigeni per il ciclo produttivo ovvero la materia trattata (putrescibilità , fermentazione, ecc)». È uno degli input contenuti nel piano annuale delle attività 2025 di Arpa Umbria, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale. Giovedì c’è stata l’approvazione da parte dell’esecutivo Proietti.
IL PIANO 2025 DI ARPA UMBRIA – DOCUMENTO

Il documento – sopra il link per la consultazione integrale – mette in fila una serie di integrazioni dei vari Lepta (Livelli essenziali delle prestazioni tecniche ambientali) per i monitoraggi e diverse raccomandazioni. In particolar modo per attività ispettive, di controllo, di verifica ed altre azioni per il ripristino della conformità alla normativa ambientale e di governance dell’ambiente.

Dalla documentazione emerge che le attività previste nel 2025 valgono in tutto 17,7 milioni di euro. «Si provvederà – viene specificato – all’eventuale rideterminazione dei trasferimenti ad Arpa Umbria a valere sul fondo sanitario regionale ad esito della quantificazione degli oneri inerenti alle attività correlate all’erogazione dei Lepta riconducibili ai livelli essenziali di assistenza sanitaria (Lea) sulla base della relazione annuale». Firmano la responsabile del procedimento Maria Ruggiero, il dirigente Andrea Monsignori, il direttore regionale Gianluca Paggi e l’assessore Thomas De Luca.