L’Ast ci riprova e, a due anni dall’avvio della prima procedura, ne apre un’altra per il licenziamento collettivo (su base volontaria) di 31 impiegati. La comunicazione è stata formalizzata dall’azienda giovedì pomeriggio ai segretari di categoria.
Il prossimo confronto
Le organizzazioni sindacali hanno quindi chiesto l’esame congiunto dell’iter di licenziamento, che si svolgerà dopo la pausa estiva, i primi di settembre. Due i punti ritenuti irrinunciabili e ribaditi dalle sigle di categoria: oltre alla volontarietà da parte dei lavoratori nel lasciare l’azienda, l’incentivazione economia all’uscita. Sfoltire la schiera degli amministrativi è un ‘vecchio’ nodo per Ast, che come detto già a luglio 2019 aveva firmato un accordo con i rappresentanti dei lavoratori per l’esubero – sempre volontario e con un incentivo che andava dai 30 e 100 mila euro lordi – di 50 impiegati. Di questo numero, però, meno della metà avevano deciso di lasciare viale Brin, tanto che ai tavoli l’azienda nei mesi scorsi aveva confermato la volontà di rinnovare la procedura, appena fosse superato il blocco dei licenziamenti previsto dal Governo per l’emergenza Covid. Così in effetti è stato.
Verini (Pd): «Commissione europea segue la vendita»
Sarà dunque un settembre fitto di appuntamenti per Ast, in vista dell’avvicinarsi della fase cruciale della procedura di vendita. Di questa si è parlato nel corso di un colloquio che si è svolto a Roma tra l’onorevole Walter Verini e il commissario europeo per l’economia, Paolo Gentiloni. «Dopo l’interrogazione rivolta nei giorni scorsi al Governo italiano – spiega in una nota il parlamentare umbro -, ho avuto modo di rappresentare a Gentiloni le aspettative di una intera comunità locale e regionale davanti al percorso di cessione dell’Ast da parte di Thyssen Krupp. Aspettative che riguardano cessioni legate piani industriali che garantiscano piena continuità produttiva e occupazionale, integritá e sostenibilità, consolidamento di posizioni di mercato per un prodotto di altissima qualità e competitività. Il commissario Gentiloni, che nel ruolo ricoperto a livello europeo segue con grande attenzione vicende come questa, ha confermato come – nell’ambito delle competenze e delle prerogative – la Commissione seguirà e vigilerà perché la vendita garantisca la capacità competitiva globale e la capacità di innovazione ambientale dell’azienda, come nei giorni scorsi aveva affermato anche la commissaria alla Concorrenza. Credo che quanto ribadito da Paolo Gentiloni sia un fatto importante. È giusto che le istituzioni europee possano svolgere un ruolo incisivo in queste direzioni. Per questo i deputati europei del Pd si sono attivati con iniziative a Strasburgo. Ora – conclude Verini – è necessario che anche il Governo faccia la sua parte a tutela in generale delle produzioni siderurgiche italiane e in particolare delle prospettive degli Acciai Speciali Terni, il cui futuro produttivo e occupazionale rappresenta una questione decisiva per Terni, per l’Umbria, ma anche una questione nazionale».