di M.T.
Di solito, quando ThyssenKrupp ha spedito qualcuno a Terni – in generale quando i tedeschi hanno spedito qualcuno a Terni, da Wolfgang Trommer ai tempi del ‘magnetico’ in avanti, fino all’ultima vertenza – non sono arrivate buone notizie. E stavolta pare che in arrivo non ci sia ‘un’ tedesco qualsiasi. Ma si tratterebbe del ritorno di un pezzo grosso sul serio. Che l’ultima volta, appunto, non ĆØ stato certo portatore di buone novelle.
Limberg ‘Radio fabbrica’ dice, infatti, che martedƬ 12 aprile potrebbe tornare a Terni nientepopodimenochĆ© Joachim Limberg, il capo dei capi del management board della business area Materials services della ThyssenKrupp, che alle acciaierie si era affacciato giĆ a marzo del 2014 (Ast era da poco entrata a far parte di quella divisione), quando – incontrando Catiuscia Marini, Leopoldo Di Girolamo e i sindacati – aveva spiegato, secondo il racconto fatto da questi ultimi Ā«che si ĆØ ritenuto di inserire Ast nella divisione da lui diretta, per potenziarla attraverso la rete commerciale che ha punti di riferimento in tutto il mondoĀ».
Il piano Mentre lui diceva questo, però, Lucia Morselli – col piffero che Limberg aveva ritenuto opportuno avvisare che la lady d’acciaio era operativa, seppur non in forma ufficiale – stava giĆ raccogliendo informazioni e dati, per poi dar vita al piano lacrime e sangue che tutti conoscono e che avrebbe dato origine alla più drammatica vertenza della storia moderna delle acciaierie ternane. E il fatto che sempre lui, Limberg – che quel piano lo aveva annunciato agli stessi sindacati, facendo diventare prima gelido e poi incandescente il mese di luglio del 2014 – possa tornare, proprio in concomitanza con l’avvento di un nuovo amministratore delegato, fa sƬ che qualche dubbio possa venire.
Le domande ChissĆ , magari a qualcuno dei sindacalisti che venerdƬ pomeriggio si incontreranno con Massimiliano Burelli – il primo incontro con l’amministratore delegato, riservato ai segretari territoriali, ĆØ in programma per il pomeriggio – gli potrebbe scappare di chiedere se, per caso, lui sappia che verrĆ a fare il gran capo. Come si dice: chiedere ĆØ lecito, rispondere ĆØ cortesia. Magari quella in arrivo potrebbe essere un’eccezione alle regole. O magari no, ma sarĆ comunque il caso di arrivare preparati.