Ast, Paparelli: «Ora i fatti. Sostenibilità e sviluppo coesistano»

Il consigliere regionale Dem interviene sulle tematiche di attualità dell’acciaieria, a partire dall’Accordo di Programma

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di Fabio Paparelli
Consigliere regionale Pd – Umbria

Non è possibile continuare a lanciare slogan, annunci e propaganda sul nuovo accordo di programma con Ast: è il momento delle tempistiche concrete, degli impegni per il territorio e per la tutela del lavoro e dell’ambiente. Desta preoccupazione la situazione di Ast, soprattutto in relazione all’immobilismo delle istituzioni locali per l’accordo di programma per l’azienda e per il territorio.

Sul piatto infatti c’è la salvaguardia della competitività del mercato e delle competenze di un sito con 2.500 addetti e un indotto altrettanto importante, determinante per il Pil regionale. Dopo aver abbandonato completamente l’accordo di programma del 2018 relativo al riconoscimento di area di crisi complessa del ternano, che comprendeva tavoli aperti presso i ministeri dell’Ambiente, delle Infrastrutture e dell’Università, nulla di concreto appare all’orizzonte dopo il closing che ha visto il passaggio delle acciaierie al gruppo Arvedi.

L’accordo del 2018 aveva messo a disposizione delle aziende 30 milioni con la legge 181 e 36 milioni di risorse regionali, averlo abbandonato e sostituito con il nulla dimostra l’inadeguatezza della giunta regionale sul tema delle politiche industriali. Parallelamente a questa situazione aumentano invece le segnalazioni e le preoccupazioni sul versante ambientale, in particolare relative alla fuoriuscita e alla dispersione di polveri prodotte da scorie di lavorazione siderurgiche degli impianti, che si depositano su abitazioni e terreni della zona di Prisciano. Un fenomeno che ha fatto aumentare timori e disagi dei cittadini. Anche le azioni non politiche del sindaco di Terni, che non sapendo che pesci pigliare convoca e invita i sindacati a denunciare illegalità (dovere di ogni cittadino), sono del tutto fumose ed aleatorie.

Alla luce di ciò è necessario che le forze sociali e le istituzioni lavorino concretamente per un nuovo ‘Patto di territorio’, capace di coinvolgere i lavoratori e le proprie rappresentanze, le associazioni datoriali e le comunità nel suo complesso per allargare le prospettive e governare le ricadute positive degli investimenti, sia sull’azienda che sull’intero territorio della conca ternana. Un patto che non sottovaluti e ignori la questione ambientale ma che, al contrario, ne faccia leva di sviluppo del sito e degli investimenti.

Ritengo altresì necessario che per fugare o almeno contenere la preoccupazione dei città per i recenti fenomeni si dia ascolto al costituito comitato di cittadini, chiamato ‘Prisciano-Terni est’ che si è dimostrato subito attivo e concreto. I cittadini hanno recentemente incontrato anche il Comune di Terni, concludendo sull’opportunità della costituzione di un tavolo permanente per affrontare la questione ambientale, più volte evidenziata dalla stessa ex assessora all’ambiente, che nel frattempo si è dimessa.

In questo contesto è giunto il momento che la Regione scopra le carte sulla tempistica dell’Accordo, sull’interlocuzione tra Ast e Ministero dello Sviluppo Economico per accelerare sulla stipula di un patto di territori che comprenda ovviamente l’Accordo di Programma su Ast ma capace di andare oltre. Auspico altresì che venga ricostituito, ed è anche questo il senso dell’interrogazione che ho sottoposto alla giunta regionale, un tavolo di confronto permanente su Prisciano coordinato dalla Regione e con la presenza delle istituzioni locali, dell’azienda, di Arpa, della Usl, dei comitati e delle forze sociali.

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