degli avvocati Paola Nuti e Valeria Passeri
Egregio avvocato Giuseppe Caforio, le scriviamo la presente in riscontro alle sue dichiarazioni rilasciate da ultimo alla stampa, in merito ai combustibili solidi secondari, cosiddetti CSS, da bruciare nelle cementerie, in primis quelle di Gubbio. Siamo due colleghe, esattamente la sottoscritta, avvocato Paola Nuti, che con la mia famiglia vivo ormai, da quasi vent’anni, nella frazione di Ghigiano (Gubbio) a circa un chilometro di distanza dalla cementeria Colacem, e l’avvocato Valeria Passeri che assiste da anni i comitati ambientali eEugubini.
Siamo davvero stupite di come con tanta leggerezza sia riuscito a stigmatizzare il grave problema sanitario-ambientale della conca eugubina, laddove dovesse essere utilizzato il CSS come combustibile alternativo nelle cementerie Colacem e Barbetti, senza neppure porsi il problema principale circa la provenienza di tale combustibile (circa 100 mila tonnellate di CSS), oggi ancora sconosciuta, e la mancanza di controlli da decreto legge semplificazione numero 77/2021 convertito nella legge numero 108/2021, il cui articolo 35 si limita a prevedere una semplice comunicazione alla Regione per poter iniziare a bruciare i rifiuti.
La invitiamo a venire a Gubbio in questo periodo di preoccupazione per il nostro futuro ad ascoltare le mamme preoccupate per i loro figli, i cittadini che abitano nelle zone limitrofe alle due cementerie dove, tra l’altro, quella di Barbetti Spa insiste in pieno centro abitato, a confrontarsi con i nostri medici ed ingegneri altamente qualificati, che sicuramente sotto il profilo medico scientifico ne sanno più di noi avvocati. Invece che prodigarci per fare bruciare i rifiuti a Gubbio, noi professionisti avvocati dovremmo prima fare il nostro lavoro: ascoltare, studiare ed aiutare gli esperti a trovare alternative alla produzione (anche quella a mezzo dell’attuale pet coke) più ecosostenibili possibile. Nel rispetto della correttezza deontologica, la invitiamo a confrontarsi anche con chi la pensa diversamente da lei, prima di ogni avventata azione di propaganda e, con l’occasione le trasmettiamo un articolo di Micropoli, che affronta con cognizione di causa il delicato problema.