di Giovanni Cardarello
Sono ore febbrili nelle sedi della Regione Umbria. Ore nelle quali lo scontro politico e arrivato a livelli altissimi, sicuramente i più alti almeno degli ultimi dieci anni. Lo scontro politico, come noto, verte sul ‘buco’ della sanità e sulla manovra di bilancio per ridimensionarne la sostanza e gli effetti.
La sostanza, ovvero la dimensione: provare a scendere almeno sotto gli 80 milioni di euro. Gli effetti: scongiurare il paventato commissariamento della spesa sanitaria che condurrebbe ad un aumento delle tasse di circa 123 milioni di euro. Decisive in tal senso due date, quella del 1° aprile quando la Regione Umbria avrà il tavolo tecnico al Ministero dell’Economia e delle Finanze e quella del 15 aprile, a detta della maggioranza del governo regionale, l’ultima data utile per far approvare dall’aula di palazzo Cesaroni la manovra di bilancio destinata a scongiurare il commissariamento.
In questo contesto, in verità già piuttosto complesso, lo scontro politico è fortissimo con la maggioranza impegnata a studiare le soluzioni e l’opposizione schierata compatta (con tanto di occupazione dell’aula) tanto contro la manovra quanto contro i motivi che l’hanno generata. E a proposito di soluzioni, filtra in queste ore, secondo quanto riportato da Il Messaggero-Umbria, una notizia che potrebbe cambiare di molto le carte in tavola.
Secondo il quotidian, nella notte ci sarebbe stato un vertice della maggioranza che sostiene Stefania Proietti, nel quale è stata ipotizzato una riduzione del peso della manovra per l’Irpef. Manovra che, con l’aumento della tassa, dovrebbe portare nelle casse circa 90 milioni di euro e che, grazie ad un passaggio tecnico e amministrativo, potrebbe scendere a 75. Il passaggio tecnico e amministrativo è in ordine al payback sanitario, un meccanismo che si attiva quando le Regioni, ed è il caso dell’Umbria, sforano il tetto di spesa messo a bilancio per ogni singolo anno fiscale.
Il meccanismo è stato introdotto nel 2015 dal ministro dell’economia del Governo Renzi, Pier Carlo Padoan, di concerto con i ministri Guidi e Lorenzin. Il payback sanitario, di fatto, è la cifra eccedente a quanto previsto dal tetto di spesa e deve essere rimborsata al 50% dallo Stato e al 50% dalle aziende che forniscono i dispositivi medici. Dai conti più recenti, da questo meccanismo potrebbero essere recuperati tra i 10 e i 15 milioni di euro. Un dato che, se confermato, sarebbe una vera e propria boccata d’ossigeno che permetterebbe di ridurre gli effetti della manovra. In attesa di capire se effettivamente sarà così, nella giornata di mercoledì è prevista la conferenza stampa della presidente della Regione Stefania Proietti che, verosimilmente, metterà altra carne, e altri numeri, sul fuoco.
ARTICOLI CORRELATI
Aumento delle tasse in Umbria: sale lo scontro politico. L’opposizione occupa il consiglio regionale
Umbria: Proietti alza Irpef, Irap e bollo auto «per evitare il commissariamento». È bagarre
Umbria: scontro totale sui numeri della sanità. Il centrodestra: «La peggiore sinistra di sempre»
‘Buco’ sanità Umbria: i numeri della manovra e tutti gli aumenti previsti
Sanità Umbria: le possibili scelte della giunta Proietti per coprire il ‘buco’ di bilancio