Di sicuro la data non è casuale. Lunedì prossimo è in programma il secondo confronto – in Confindustria a Terni – tra TerniEnergia e i sindacati, per la questione legata ai 66 licenziamenti annunciati ad agosto dall’azienda e venerdì sera si è conclusa una battaglia interna che, al momento, ha di sicuro uno sconfitto. Ma molto probabilmente anche un vincitore.

Via l’amministratore delegato Con un secco comunicato, infatti, TerniEnergia ha fatto sapere che «il Consiglio di amministrazione ha approvato a maggioranza la sfiducia nei confronti dell’amministratore delegato ingegner Piero Manzoni (in carica da giugno; ndr) , prendendo atto delle dimissioni rassegnate dallo stesso e contestando in toto le motivazioni poste dall’A.D. a fondamento delle proprie dimissioni».
Niente indennità E, tanto per far capire meglio in quali condizioni è maturata la rottura, si chiarisce che «il Consiglio di amministrazione non ritiene che sussistano i presupposti per il riconoscimento di alcuna indennità in favore dello stesso».
Le deleghe Il Consiglio ha inoltre «riconfermato le deleghe già conferite ai consiglieri Fabrizio Venturi e Laura Bizzarri, nonché al presidente del Cda Stefano Neri, al fine di assicurare la stabilità e la continuità della governance della Società ».
Cambio di rotta? Sarà proprio Stefano Neri, insomma, a presentarsi – lunedì – al nuovo confronto con i sindacati e non è escluso che in quella sede possa essere comunicata l’intenzione, da parte di TerniEnergia, di riconsiderare i progetti annunciati – ma mai in fondo esplicitati con un piano industriale messo ‘nero su bianco’ – da Piero Manzoni. Lunedì sapremo.