Casi di legionella nel Ternano: «Registrato un aumento. Ma nessun cluster né fonti di contagio comuni»

Con la Usl Umbria 2 abbiamo analizzato il quadro alla luce del trend riscontrato dal Servizio igiene e sanità pubblica

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«Nel 2023 abbiamo riscontrato un aumento dei casi di legionella nell’area sud della Usl Umbria 2 (territori di Terni, Narni e Amelia, ndR). Un aspetto su cui ci stiamo interrogando, anche in relazione alle statistiche degli altri territori, per comprendere fino in fondo cause ed eventuali azioni da mettere in atto. Ciò che è certo è che i casi registrati sono indipendenti fra di loro, ovvero non ci sono ‘cluster’ e le fonti del contagio non sono comuni. La prima causa è data dalle condizioni dei singoli impianti idrici delle strutture dove si presume sia avveuto il contagio». I recenti casi di legionella registrati nel Ternano, vengono così spiegati e chiariti dal Servizio igiene e sanità pubblica (Sisp) della Usl Umbria 2. Che ci consente di comprendere portata del fenomeno, possibili cause e necessarie – in alcuni casi – contromisure.

La legionella, lo ricordiamo, non è un virus ma un batterio ubiquitario che può causare infezioni serie all’apparato respiratorio. Il suo ‘ambiente naturale’ è l’acqua e l’infezione può essere causata dall’inalazione di aerosol provenienti da torri di raffreddamento, impianti di climatizzazione e condensatori evaporativi, nonché da impianti idrico-sanitari (soffioni delle docce, rubinetti etc.), apparecchi sanitari, deumidificatori e fontane. La legionella si sviluppa pertanto all’interno degli impianti idrici degli edifici, favorita da condizioni di temperatura maggiori di 20 gradi e dalla presenza di calcare. La terapia è antibiotica e in alcuni casi il decorso della patologia può avere conseguenze molto serie per il paziente. Anche per questo è bene diagnosticarla subito e procedere con le terapie più appropriate, oltre agli interventi di sanificazione.

Ogni anno al Servizio igiene e sanità pubblica della Usl Umbria 2 arrivano segnalazioni di malattia infettiva da legionella. «Nel 2023 – spiegano dal Sisp – si è registrata un’oscillazione in aumento del numero dei casi totali notificati alla Usl, che sono nell’ordine di qualche decina. In provincia di Terni i casi segnalati sono 7 in più rispetto al 2022 e nel 2023 non si sono registrati cluster, cioè più casi confermati legati ad un’unica fonte di esposizione. Per ogni caso segnalato, effettuiamo un’accurata indagine epidemiologica, supportata dalla somministrazione di un questionario e colloqui con il caso ed i suoi familiari, volta ad identificare la sede di esposizione. Successivamente viene effettuata l’indagine ambientale che consiste in sopralluoghi e campionamenti di acqua nella presunta/possibile sede di esposizione. La Usl, una volta identificata la fonte, detta le prescrizioni volte all’eradicazione del germe dall’impianto idro-sanitario. Si ribadisce che l’infezione non si trasmette da persona a persona, ma unicamente attraverso l’inalazione di aereosol proveniente da impianti contaminati».

«Come recentemente confermato anche dall’Istituto superiore di sanità – proseguono dal Sisp della Usl Umbria 2 – il contagio per aver bevuto acqua pubblica, quella del rubinetto di casa, è estremamente raro se non impossibile. Per le caratteristiche dell’acqua, perché un conto è l’inalazione e un conto l’ingestione, perché le concentrazioni del batterio – presente in numerosi ambiti della nostra vita – sono minime e perché le stesse temperature dell’acqua potabile non rappresentano il miglior contesto possibile per la legionella. Diverso è il discorso degli impianti di condizionamento dell’aria così come le docce, che in questa stagione vengono fatte con acqua sempre più calda, atteso che le condizioni del singolo impianto idrico domestico sono decisive, nei casi osservati, per il contatto con le acque contaminate».

«Gli incrementi di casi registrati in provincia di Terni – osserva il Sisp – non riguardano gli ultimi giorni ma un arco temporale più ampio. Il confronto con i colleghi di altri territori della regione, per meglio comprenderne le cause, è stato attivato. Ci sono letture diverse, ma non per questo in contrasto fra di loro: il trend in aumento, registrato anche in altre realtà, potrebbe essere riconducibile anche alla ripresa delle attività nel periodo post Covid e all’incremento delle temperature registrate negli ultimi periodi». Poi gli impianti idrici: che se vecchi, con incrostazioni, scarse manutenzioni, possono condurre ad un incremento del rischio. A livello internazionale esiste anche una rete ‘sanitaria’, di cui la Usl2 fa parte, per monitorare i casi e risalire alle fonti di contagio: «Si tratta di un’organizzazione importante che ci consente, alla bisogna, di mettere in atto le azioni necessarie».

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