«Sono andato ad asparagi e invece ho trovato siringhe e fazzoletti insanguinati». La denuncia è di un ternano che si è addentrato lungo la ‘lunga’ di Cesi – via della Lince – dal tratto soprastante Campomaggiore alla zona di San Biagio, dove la strada è chiusa per le note problematiche di stabilità del costone roccioso.
Ma San Biagio di Cesi è una zona da anni nota anche per lo spaccio continuo di stupefacenti in mezzo alla boscaglia, che ha visto nel tempo interventi periodici delle forze dell’ordine, ma che – a giudicare da foto e testimonianze – sembra proseguire con costanza.
«C’è perfino un’auto-navetta – denuncia un cittadino – che porta le persone a San Biagio per comprare la droga, più volte al giorno. Comprano l’eroina, se la inettano e poi la stessa auto li riporta a Terni». E poi c’è chi «raggiunge la zona a bordo della propria, di auto, si droga qui per evitare di essere scoperto se viene perquisito dalle forze dell’ordine, e poi riparte a tutta birra lungo la discesa. Non vi dico in quali condizioni fisiche: prima o poi ammazzeranno qualcuno».
In mezzo alla vegetazione che costeggia via della Lince, è sin troppo facile trovare siringhe usate, fazzoletti insanguinati, altri ‘resti’ di prodotti solitamente usati da chi si droga. «C’è chi viene su anche più di una volta al giorno – dice un residente – e in ogni caso è un viavai continuo. Oltre al degrado, fatto di questi ‘resti’ in mezzo alla vegetazione per centinaia di metri, c’è un tema di sicurezza, sociale, di decoro. Gli spacciatori la fanno da padroni».