Uno stato di incuria «che non solo penalizza il decoro dei cimiteri comunali da un punto di vista estetico ma lo stato di abbandono in certi casi è tale, anche da un punto di vista strutturale, da pregiudicare la sicurezza e l’incolumità delle persone e arrecare danno ai manufatti confinanti» ed è «necessario ripristinare la sicurezza e le condizioni igienico sanitarie ed il decoro dei luoghi». Questa la motivazione principale alla base di un’ordinanza del sindaco di Terni, Leonardo Latini, riguardante le tombe: nel mirino – sono 600 circa – quelle con concessioni rilascate prima dell’ottobre 1975 e con salme tumulate da oltre cinquant’anni.
IL PROGETTO PILOTA PER LA RAZIONALIZZAZIONE
LA ‘CESSIONE’ DELLE TOMBE E L’ITER ARENATO
TERNI E GLI AUMENTI DELLE TARIFFE CIMITERIALI: «SBAGLIATE»
A chi è rivolta e il pericolo decadenza
Il provvedimento è per concessionari, eredi o aventi diritto delle tombe che, «per qualunque causa devono provvedere alle opere manutentive, sia ordinarie che straordinarie, al fine di evitare che dalle condizioni di incuria possano conseguire anche potenziali pericoli per la pubblica incolumità, oltre agli aspetti di decoro e di carattere igienico sanitari che al momento risultano compromessi, entro e non oltre novanta giorni». Altrimenti ci sarà la dichiarazione di decadenza della concessione. In realtà negli ultimi anni non è la prima volta che palazzo Spada mette nel mirino questa storia, già era accaduto nel 2019. «Nel cimitero urbano – si legge nell’ordinanza – sono presenti diverse tombe di famiglia, che risultano in stato di abbandono, degrado, per incuria o per morte degli aventi diritto, incompatibile con la natura del luogo che deve essere mantenuto con la massima cura e ordine, e che necessitano di urgenti interventi di manutenzione, ripristino e sistemazione della sepoltura. L’inerzia protratta nel tempo ha portato ad un aggravamento complessivo dello scenario di rischio che va affrontato con rimedi eccezionali ed immediati». Non va meglio nei cimiteri delle frazioni e rurali, in particolar modo nelle sezioni storiche e monumentali: «Si presentano evidenti condizioni generali di degrado, abbandono e fatiscenza e condizioni di pericolo ed insidia dovuta alla rovina dei manufatti e delle edicole o parti strutturali e di finitura di questi, tali da determinare, oltre che condizioni di pericolo per l’incolumità pubblica, una evidente ed ancora più grave situazione di decadenza dal punto di vista igienico sanitaria che va affrontata tempestivamente. L’inerzia protratta nel tempo ha portato ad un aggravamento complessivo dello scenario di rischio che va affrontato con rimedi eccezionali ed immediati, onde rispristinare le condizioni di accessibilità e principalmente tutelare e gli aspetti igienico – sanitari compromessi, in alcuni casi addirittura le tombe sono sfondate e i resti mortali rimangono esposti». Palla in mano al rup del procedimento, il funzionario tecnico Federico Nannurelli.