A Collescipoli ‘fuori uso’ Palazzo Catucci e l’ex monastero di Santa Cecilia: nel borgo ternano non è infatti più possibile usufruire delle due strutture di pregio di proprietà dell’amministrazione comunale. Fino ad ottobre 2023, previa sottoscrizione di un atto d’obbligo, la Pro Loco ha sempre potuto utilizzare temporaneamente i locali per eventi e manifestazioni. Successivamente a partire dal dicembre 2023, le richieste di utilizzo della stessa Pro Loco non sono state accolte dalla pubblica amministrazione «senza darne motivazione», spiegano dall’associazione.

«Apprezziamo la buona volontà e disponibilità degli amministratori comunali – commenta il presidente, Roberto Laurenzi -, tuttavia il protrarsi di questa situazione, divenuta ormai perniciosa, sta penalizzando l’attività della Pro Loco, sia sotto il profilo della programmazione e organizzazione che di quello strettamente economico poiché realizzare un evento in uno spazio pubblico all’aperto aumenta notevolmente i costi dovuti all’acquisto/noleggio di attrezzature e permessi aggiuntivi, altrimenti non necessari».
La Pro Loco auspica quindi «una soluzione rapida di tale situazione al fine di poter realizzare una programmazione nel medio e lungo termine, anche in condivisione con l’amministrazione comunale, che permetta di assolvere al compito di promozione turistica, salvaguardia del patrimonio materiale e immateriale di Collescipoli e aggregazione sociale come stabilito dal proprio statuto, non avendo la stessa la possibilità di utilizzo di altri locali al di là di quelli della propria sede in convenzione con il Comune di Terni, locali che da diverso tempo ormai – conclude Laurenzi – risultano insufficienti come segnalato più volte sia alle precedenti amministrazioni che a quella attuale».

Interpellata da UmbriaOn sulla questione, l’assessore comunale al patrimonio, Michela Bordoni, spiega che «non c’è alcuna volontà di negare l’uso degli edifici». «Quando un anno fa questa amministrazione si è insediata – aggiunge – ha trovato tutte le strutture in una situazione di totale degrado e abbandono. C’è dunque necessità di una programmazione delle attività di manutenzione ordinaria e straordinaria e di molteplici adeguamenti, per ripristinare la fruibilità degli spazi, che negli ultimi anni è completamente mancata. Un lavoro lungo e complesso, al quale mi auguro – conclude Bordoni – possano contribuire anche in sinergia le associazioni del territorio, con il quale il confronto in questi mesi è stato costante, per trovare una progettualità che possa ridare slancio a questi edifici così importanti». E così Collescipoli, per ora, rimane senza i suoi ‘gioielli’.