Comune di Terni: «Conti poco chiari»

Marco Cecconi (FdI-An): «Nella relazione del ‘Nucleo per il controllo dell’attività amministrativa e contabile’ emergono troppe zone d’ombra»

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di Marco Celestino Cecconi
Capo gruppo di FdI-An al Comune di Terni

Nella relazione relativa al secondo semestre 2014 predisposta a Palazzo Spada – e consegnata il 2 novembre scorso – da parte del “Nucleo per il controllo dell’attività amministrativa e contabile” (NUCRAC) emergono troppe zone d’ombra.

Gli obiettivi assegnati per legge al Nucleo non sono certo di secondaria importanza: dato che il Nucleo ha il compito di verificare che nelle procedure e negli atti amministrativi (analizzati a campione) vengano garantite “trasparenza, libera concorrenza, prevenzione anti-corruzione, economicità e convenienza” per l’Ente pubblico. Il risultato? Il NUCRAC si vede costretto – testuale – a ripetere anche in questa seconda relazione quello che aveva già messo nero su bianco nella precedente, relativa al primo semestre 2014. E che riguarda soprattutto criticità che hanno a che fare (guarda caso…) con gli affidamenti diretti e con le proroghe.

Affidamenti diretti: il NUCRAC, innanzitutto, chiede nuovamente che in tutti gli atti del Comune venga motivato in modo circostanziato, evitando la foglia di fico di formule generiche, perché è stata esclusa la procedura di evidenza pubblica in quella situazione specifica. E poi ecco l’affondo: è vero – scrivono i membri del Nucleo – che in alcuni casi, ovvero al di sotto dei 40mila euro, la legge consente appunto l’affidamento diretto, ma questo comunque “non esime” il Comune (leggiamo) dal dover ricorrere a procedure trasparenti e più che regolari. E allora come mai negli atti “non è dato di capire con chiarezza” se “sono stati richiesti più preventivi”; se in alternativa “sono stati adottati criteri di rotazione fra più ditte”, iscritte in un apposito elenco o se l’Amministrazione abbia adottato “altri criteri volti ad evitare la monopolizzazione in capo ad una o pochissime ditte fornitrici”…? Già, come mai? E non è tutto. Il NUCRAC si vede anche costretto a ricordare che i dirigenti non hanno solo l’obbligo di predisporre e tenere aggiornati questi elenchi. Tali elenchi – ecco l’importante – non devono essere affatto documenti informali a cui ricorrere “ad uso interno”: il che, stigmatizza il NUCRAC, li renderebbe utilizzabili “in modo non tracciabile”. Deve trattarsi di documenti ufficiali, cioè conoscibili e verificabili da parte di tutti i diretti interessati.

E ancora. Evitare le parcellizzazioni delle forniture; evitare “frazionamenti di acquisti che invece potrebbero essere unici”: procedura che “sfugge meglio a meccanismi di controllo” e, come se non bastasse, comporta per il Comune una “perdita di potere contrattuale”, costringendolo ad esborsi “antieconomici”. In alcuni casi questo è soprattutto conseguenza del fatto che il bilancio annuale dell’Ente viene approvato con mesi di ritardo e, fino a quel momento, le capacità di spesa dei dirigenti sono assai limitate? Esiste comunque una “circolare anticorruzione” diramata ai singoli uffici, ricorda il NUCRAC. E chi ha orecchie per intendere intenda…

Che dire, poi, delle convenzioni che vengano rinnovate a data da destinarsi, non essendo stata predisposta alcuna gara prima della scadenza? Questo non deve più accadere, scrive il NUCRAC: perché le scadenze vanno tenute d’occhio e le gare devono essere fatte per tempo. E se proprio di una proroga non si può fare a meno, che abbia almeno “tempi certi” e si limiti in tutti i casi al “periodo strettamente necessario” all’espletamento della gara. Altrimenti si garantisce a questo o quello un rinnovo di fatto di un contratto, assicurando in pratica favoritismi e privilegi tassativamente esclusi dalla legge.

Ultima censura, non meno preoccupante delle precedenti: si smetta di tacciare come “interventi urgenti e imprevedibili” lavori che, contrario, “rientrano nella normale programmazione” dell’Ente. È il caso – scrive testualmente il NUCRAC citando casi concreti – dell’affidamento alla ditta Tizio della fornitura relativa alla segnaletica stradale o dell’affidamento alla ditta Caio dei lavori per la messa in sicurezza di un parcheggio.
Niente di imprevedibile, in effetti: niente che non dovesse, al contrario, essere programmato.
Di fronte alla presunta “urgenza”, come sappiamo, sono percorribili scorciatoie procedurali che altrimenti la legge non consentirebbe. Ma, come sappiamo, fatta la legge fatto l’inganno.

C’è materiale a sufficienza, a nostro avviso, per indagare a fondo di ciascuna di queste obiezioni, anche utilizzando le singole schede che il NUCRAC ha trasmesso ai singoli uffici del Comune. Ce n’è quanto basta per chiedere – come mi accingo a fare – un’audizione dei componenti del Nucleo e, se necessario, presentare interrogazioni urgenti sulle singole questioni sollevate nella relazione. Ce n’è quanto basta per alzare la soglia di attenzione, se non di allarme, del consiglio e dell’opinione pubblica.

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