Comune Terni, altro debito fuori bilancio. Motivo? Lo scarico dei bagni di una casa

Poco più di 2 mila euro da riconoscere in seguito alla contesa al Tar Umbria e la cessazione del contendere

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di S.F.

Partiamo dall’esito della vicenda, vale a dire la sentenza del Tar Umbria che ha sancito la cessazione della materia del contendere. La curiosità è un’altra: per il Comune di Terni rappresenta un ulteriore debito fuori di bilancio e ora è tempo di riconoscerlo. Vale poco più 2 mila euro e tutto è nato da un’ordinanza sindacale – aprile 2020 – per lo scarico di un immobile in viale dello Stadio. Se ne è parlato velocemente martedì pomeriggio in III commissione e ora l’atto dovrà essere approvato in consiglio comunale.

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Il Tar Umbria

La curiosa storia

Il Comune è stato condannato al pagamento delle spese di giudizio in favore della ricorrente per 1.500 euro più accessori di legge: alla fine ne esce un debito fuori bilancio da riconoscere per 2.188 euro. Nulla di clamoroso: «Nel caso di debiti derivanti da sentenza esecutiva, il significato del provvedimento del consiglio non è quello di riconoscere una legittimità del debito che già esiste, ma di ricondurre al sistema di bilancio un fenomeno di rilevanza finanziaria che è maturato all’esterno di ess», viene sottolineato nel documento istruttorio. La curiosità è nella storia in sé, iniziata con l’instaurazione del giudizio il 29 ottobre 2020 per annullare l’ordinanza dell’allora sindaco Leonardo Latini dell’11 aprile 2020: la proprietaria del fabbricato si era attivata al Tar per stoppare il provvedimento per «l’immediata messa a norma dell’impianto di scarico dell’immobile, nel quale sarebbe stato eseguito un allaccio delle acque reflue domestiche ad un pluviale discendente, eliminando il suddetto sistema di scarico e allacciando lo stesso alla colonna montante adibita agli scarichi delle acque nere in fognatura». Tutto ciò in seguito ad un esposto acquisito da Arpa mesi prima per presunti problemi igienico sanitari.

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La cessazione della contesa

I tecnici del Comune hanno effettuato un sopralluogo il 24 giugno 2020, dal quale emerse che le acque di scarico dei bagni non immettevano nei discendenti pluviali. In più dall’ordinanza impugnata «si evince chiaramente la insussistenza di un pericolo imminente ed irreparabile, non avendo il Comune di Terni preventivamente espletato alcuna istruttoria per verificare la veridicità di quanto riportato nell’esposto che ha dato origine all’atto impugnato». Storia finita il 21 settembre 2020 quando Latini revocò il provvedimento. Quindi perché le spese di giudizio a carico del Comune? Per il criterio della cosiddetta soccombenza virtuale: «Va evidenziato che il ricorso si presentava fondato». Da qui lo sviluppo dell’iter e la necessità di riconoscere il debito fuori bilancio: «Il ‘solito’ riconoscimento. Un’altra situazione che fa seguito a quella dell’altro giorno e che sarà oggetto di una rivalutazione generale delle modalità di contenzioso. Cercando di evitare una serie di giudizi che comportano conseguenze per le casse comunali», il breve commento del vicesindaco Riccardo Corridore.

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