di S.F.
«Di dare atto che con l’approvazione ed esecuzione del presente provvedimento cessa l’attività dell’Organo straordinario di liquidazione e lo stato di dissesto finanziario del Comune di Terni». La firma è dell’Osl – la riunione c’è stata lo scorso 10 gennaio – ed è un passaggio fondamentale per l’ente. Pubblicato il documento a firma di Giulia Collosi, Eleonora Albano e Massimiliano Bardani. Il post non sarà una passeggiata considerando la ‘riunione’ dei bilanci.
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Le cifre: differenza positiva da 23 milioni
A questo punto si arriva a quasi sei anni – era il 1° marzo 2018 – dalla dichiarazione formale di dissesto firmata dall’allora commissario straordinario Antonino Cufalo. Bene, i numeri aggiornati? Le risultanze definitive parlano di una massa attiva da 88,2 milioni di euro (+6,5 milioni rispetto al piano di estinzione di fine 2022) ed una residua da 86,1 milioni di euro: i due in meno sono legati alle spese per la gestione della liquidazione. Per quel che concerne la massa passiva ammissibile alla liquidazione la somma è pari 62,3 milioni di euro (l’aumento è di 5 milioni rispetto al piano di estinzione originario) e la differenza positiva è dunque di 22,9 milioni di euro, in leggere incremento rispetto a fine 2022.
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I debiti non transatti da 33 milioni
Contestualmente all’approvazione del rendiconto di liquidazione c’è la chiusura del conto di cassa con riversamento delle giacenze. Questioni tecniche. Andiamo al sodo per capire la portata del fine dissesto: al 10 gennaio 2024 – giorno di cessazione formale del dissesto – sono stati ammessi alla massa passiva debiti per 60,7 milioni di euro, dei quali oltre la metà (33,2 milioni, 29,7 sono ordinari) non transatti. Quindi? L’Osl mette nero su bianco di «dover dare applicazione alle disposizioni richiamate, ossia accantonare le somme per i debiti non transatti e restituire nella disponibilità del Comune di Terni sia le somme giacenti presso la propria cassa, chiudendo il conto intestato all’Organo, che quelle giacenti presso la tesoreria comunale, ma di pertinenza del dissesto». Di mezzo ci sono anche 17 mila euro legate alle retribuzioni di dipendenti comunali ammesse al dissesto, «per le quali non è stato possibile perfezionare le procedure di pagamento».
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L’accantonamento e il mancato trasferimento
Dunque l’Osl riversa al Comune le giacenze disponibili sul proprio conto di cassa: 3,4 milioni per un accantonamento vincolato del 100% per i debiti ammessi e non transatti, poi 12,3 milioni a fronte del contenzioso pendente di competenza del dissesto (il 60% del valore delle liti). Non è finita qua. L’articolo 258 del Tuel indica il fatto che l’Osl deve accantonare il 50% dei debiti per i quali non è stata accettata la transazione: in questo caso la cifra definitiva è di 20,8 milioni di euro per i debiti ordinari. Poi un passaggio non secondario: «Disposto il trasferimento integrale alla tesoreria comunale della giacenza sulla cassa dell’Osl, mentre nulla è stato disposto in merito alla cassa vincolata di competenza del dissesto, in quanto mai trasferita all’Osl». Curioso.

Cessazione. Possibile il ricorso
L’archivio della gestione liquidatorie viene consegnato al Comune che «lo riceve in persona della dottoressa Grazia Marcucci, dirigente della direzione attività finanziarie». Via libera dunque alla cessazione del dissesto e all’attività dell’Osl. Tutto già comunicato al collegio dei revisori dei conti e al sindaco – che sul tema per ora non si è esposto – Stefano Bandecchi. Possibile il ricorso. C’è infine la riassegnazione alla gestione ordinaria dei residui attivi e passivi di competenza del dissesto non ancora riscossi o pagati, «raccomandando di intraprendere ogni utile azione all’incasso. Quanto ai residui attivi, l’Osl suggerisce di procedere ad un ulteriore approfondito riaccertamento, valutando l’opportunità di procedere allo stralcio dal conto del bilancio secondo i criteri individuati dalla magistratura contabile». Fine della partita.

Pressing su variazione e aliquote
Sul tema interviene nel pomeriggio di martedì il capogruppo Dem Francesco Filipponi che, oltre a riepilogare le cifre in ballo, lancia un messaggio diretto all’amministrazione comunale: «Considerato che il bilancio previsionale per il 2024 non tiene conto della delibera di cessazione del dissesto e delle posizioni debitorie non transate, occorre discutere in consiglio comunale delle variazioni necessarie al fine di affrontare la questione. Saremo disponibili ad avanzare le nostre proposte in merito e ad intraprendere anche iniziative utili ad abbassare le aliquote ad iniziare dall’imu, e le addizionali Irpef». Vedremo cosa accadrà.