Comune Terni, ‘gettone presenza’ con 70% di partecipazione: «Via il limite»

Torna il focus sul regolamento del consiglio comunale: mirino sulle commissioni e l’erogazione economica. Quasi tutti d’accordo nel modificare il quadro attuale

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di S.F.

Il tentativo di modifica del regolamento del consiglio comunale di Terni torna al centro dell’attenzione. Venerdì mattina a palazzo Spada è ripreso il confronto e questa volta il focus si è spostato sulle commissioni consiliari permanenti (dal 28° al 41° articolo del documento): ampia convergenza tra maggioranza e minoranza su una serie di elementi, tra i quali spicca la questione dei gettoni di presenza e delle varie limitazioni.

IL REGOLAMENTO ATTUALE

Il regolamento ed il confronto in commissione

Le limitazioni che non piacciono

In realtà più di qualche consigliere si è concentrato sul diritto al compenso (articolo 13) che, in sostanza, lo prevede quando c’è un tempo di partecipazione debitamente certificato non inferiore al 70% per il consiglio comunale e le commissioni permanenti. I famosi ‘gettoni di presenza’. A dare il via al confronto ci ha pensato il capogruppo di AP Guido Verdecchia: «Ci sono diverse questioni che non fanno buon servizio all’attività del consiglio per la città. Ad esempio dire che si possono fare le commissioni solo una volta a settimana: è uno strumento essenziale e non si può limitare». C’è anche altro: «Limita molto il fatto di poterle fare esclusivamente in aula consiliare. Non c’è scritto da nessuna parte che serva la registrazione, la legge impone la verbalizzazione della riunione». Non è mancato un cenno al fattore soldi: «La commissione non è un onere economico, ma un dovere. Altri regolamenti che limitano non ne esistono. Queste cose si devono superare». Una visione condivisa anche da altri.

SETTEMBRE 2022, LE COMMISSIONI AL PENTAGONO

Nel settembre 2022 commissioni al Pentagono

Il 70% per il gettone: quasi tutti d’accordo nel cambiare

Il primo ad accodarsi è stato il capogruppo FI Francesco Maria Ferranti: «Condivido l’intervento di Verdecchia, è un tema che ricorre da quando fu modificato il regolamento comunale. Di fatto fu ingessata l’attività consiliare nelle sue articolazioni, all’epoca valutava l’erogazione del gettone in un tempo previsto del 70%. Non lo condividevo già allora ed è lo stesso oggi. Il consigliere va valutato in base alle proposte. I luoghi? Venti anni fa le commissioni si facevano in sala maggioranza, minoranza e altri sedi. E si devono riunire quando è opportuno». In linea anche Danilo Primieri e Mirko Presciuttini (AP): «Appoggio. Certo, se una commissione dura 4-5 minuti non credo sia il caso dare il ‘gettone di presenza’. Ma per un tempo superiore è giusto. Ricordo inoltre che, durante il periodo Covid, si sono svolte al ‘Pentagono’ e credo si possa tornare a fare in quel modo. C’era un semplice registratore». Più articolato il pensiero di Cinzia Fabrizi (FdI), l’unica favorevole a mantenere lo status quo: «Il 70%? Sono d’accordo perché tante volte capitava che i lavori si dovevano interrompere per mancanza del numero legale a causa delle persone che andavano via. Credo sia giusto chiedere ai consiglieri di partecipare al lavoro nella sua interezza. Per questo è grave l’usanza della nuova presidente di non mettere l’orario di chiusura del consiglio comunale», il riferimento a Sara Francescangeli. La sua collega di partito, Elena Proietti Trotti, la pensa diversamente: «Puerile mettere lo sbarramento al 70%, non credo ci debba essere un obbligo. Sono d’accordo con la responsabilizzazione dei consiglieri e sul fare le commissioni in diversi sedi». Infine Valdimiro Orsini (Terni Masselli sindaco): «Il 70%? Fa parte di una stagione populista, proposto da chi doveva entrare in Parlamento per aprirlo come una scatola di sardine. Un limite che non ha senso, ognuno di noi risponde ai cittadini. Va tolto». Vedremo se e quando ci si metterà mano concretamente. La visione generale è chiara.

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