di A.T.
Con il decreto della presidenza del Consiglio per l’emergenza Coronavirus, emanato nella tarda serata del 4 marzo, anche le giocherie di Terni – non classificabili come asili ma come ludoteche – sono state costrette alla chiusura. Sebbene nel decreto venga imposta lo stop alle scuole di ogni ordine e grado e non vengano menzionate le giocherie, nel ternano hanno tutte optato per l’interruzione dei loro servizi da venerdì poiché, come riportato dal decreto, «sono sospese le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro».
La decisione
Quelli come il ‘Doposcuola’ di via Fratini sono luoghi dove quasi ogni settimana si ospitano feste di compleanno durante le quali si raccolgono molte persone e dove rispettare la distanza di sicurezza è impossibile. È per questo che la direttrice del centro, Emanuela De Cerchio, dopo aver inizialmente deciso di offrire comunque il servizio in questi dieci giorni di congelamento della gran parte delle attività , si è accordata con i titolari delle altre ludoteche di Terni per seguire una linea comune d’azione optando, alla fine, per la chiusura e l’annullamento di tutti gli eventi in programma. «I compleanni sono un piccolo evento che comprende persone e non riusciamo a garantire la distanza di sicurezza. Chiudendo scuole e asili è un controsenso rimanere aperti come baby parking, abbiamo cercato una linea comune anche noi», conferma Giada Calore, titolare di Gaialand. «Questa settimana avevamo in programma nove feste di compleanno – racconta Marianna Mideja di Birbaland -. Alle prenotazioni più imminenti abbiamo proposto di sfruttare lo spazio all’aperto fuori dalle Piscine dello Stadio, dove abbiamo la struttura, ma siamo in attesa. In seguito agli annullamenti di feste in programma per la prossima settimana, però, alcuni genitori si sono lamentati e hanno chiesto il rimborso della caparra minacciando di ricorrere anche per vie legali. Per chi vive di questo è una grossa perdita». Maria Fraccaroli del Cappellaio Matto ha scelto invece di chiudere anche lo spazio esterno alla giocheria: «Abbiamo annullato sei eventi. Alcuni hanno posticipato ancor prima del decreto mentre altri hanno chiesto di poter comunque usufruire del giardino ma non ce la siamo sentita di assumerci questa responsabilità . In generale, comunque, non ci sono state lamentele o richieste di rimborso».
«Recupereremo»
Ai problemi dei genitori che non sanno a chi lasciare i propri bambini (si preannuncia superlavoro per nonni e babysitter) si aggiungono quelli degli asili privati che, costretti alla chiusura, si muovono già per le festività che verranno. Mariarosaria Basco, direttrice della scuola per l’infanzia Midondolo, spiega:«Alla notizia del decreto nessun genitore si è lamentato. Abbiamo però deciso di assicurare l’apertura della scuola durante le festività pasquali, per rimediare alla chiusura di questi giorni». Si respira un’aria pesante un po’ ovunque e la tensione è alta.
Cambia la routine
Aspettando che il ‘mostro’ virus esca di scena anche in Umbria, chiudere luoghi di ritrovo ed evitare affollamenti rientra non solo nel decreto legge ma nelle azioni quotidiane di chi agisce nel suo piccolo per evitare ulteriori contagi. Saranno dieci giorni di riscoperta di una quotidianità che, nella vita frenetica di oggi, passa in sordina e i bambini potranno ricreare il loro spazio di gioco e apprendimento nelle loro case nell’attesa di tornare in classe.