Due donne e altrettanti uomini. Venerdì mattina la direzione regionale alla sanità della Regione Umbria ha reso noto che ci sono quattro nuovi di casi contagio per il Covid-19, il coronavirus. Il totale parziale dei contagiati in Umbria sale così a sedici. Dei quattro comunicati venerdì, «uno è ricoverato nel reparto di terapia intensiva di Perugia, mentre gli altri tre – viene sottolineato – sono in isolamento nelle loro abitazioni seguiti dai medici delle Usl Umbria 1 e Umbria 2».
Un caso a Terni, il terzo
Dei quattro casi comunicati venerdì, uno riguarda una persona residente nel comune di Terni: il terzo sul territorio, dopo una donna di circa 30 anni ed un uomo di 64. Tutti sono in isolamento domiciliare da diversi giorni, compreso il nuovo caso.
Caso a Bastia Umbra
Primo caso – anche questo compreso nei quattro annunciati venerdì – nel comune di Bastia Umbra. Così il sindaco Paola Lungarotti venerdì pomeriggio, via social: «In data odierna – scrive – ho ricevuto comunicazione dall’autorità sanitaria che è ricoverato presso l’azienda ospedaliera di Perugia un paziente affetto da patologia respiratoria da coronavirus residente nel comune di Bastia Umbra. Sono stati sottoposti a tampone oro-faringeo i contatti stretti familiari che sono al momento asintomatici in isolamento cautelativo. A tal proposito, al fine di agire tempestivamente e secondo la normativa indicate, ho disposto l’apertura del Centro operativo comunale (Coc), il massimo organo di protezione civile, in collaborazione con tutti gli enti preposti. Pertanto invito tutta la cittadinanza alla massima serenità e contestualmente a rispettare i comportamenti indicati dal ministero della Salute. La situazione viene continuamente monitorata e sono in costante contatto con le autorità competenti».
LE PROPOSTE DELLE REGIONI – DOCUMENTO
Terzo caso a Città della Pieve
Una delle quattro positività emerse venerdì riguarda, poi, Città della Pieve, comune giunto al terzo caso sul proprio territorio. Lo conferma il sindaco Fausto Risini via Facebook: «Cari concittadini – scrive -, questa mattina ho ricevuto comunicazione ufficiale di un terzo caso positivo al virus Covid-19 nel nostro comune, anch’egli presumibilmente legato al ceppo del primo caso accertato (quello dell’imprenditore 60enne ricoverato in terapia intensiva a Perugia ed al figlio, in isolamento domiciliare, ndR). Il soggetto – spiega il primo cittadino – già da giorni in isolamento, è in ottime condizioni e gli auguriamo, a nome dell’intera cittadinanza, una pronta guarigione. Vi informo, inoltre, che sarà mia premura pubblicare tutti i giorni, alle ore 15.30, un aggiornamento, per tenervi sempre al corrente degli eventuali sviluppi della situazione».
Arrone: «Da noi nessun caso»
Intanto il sindaco di Arrone Fabio Di Gioia, alla luce evidentemente di voci relative al comune della Valnerina, interviene via social: «Non c’è, ad oggi, nessun caso di Covid-19 ad Arrone. Ho parlato con il responsabile del distretto sanitario di Arrone, nessun tampone è stato effettuato. Mi dispiace che qualcuno possa aver creato panico e paura all’interno della comunità . Vi prego di attenervi alle comunicazioni ufficiali anche se è un momento difficile. Ringrazio la Usl per la collaborazione e tutti i medici che in queste ore stanno lavorando con grande passione e professionalità ».
Oltre 200 in isolamento fiduciario
«La Regione, di concerto con la prefettura di Perugia, la Protezione civile regionale e tutte istituzioni, è impegnata – spiega l’assessore regionale alla salute, Luca Coletto – costantemente per garantire ai cittadini umbri la massima sicurezza. I medici e i professionisti che operano nei servizi sanitari territoriali e nelle aziende ospedaliere del territorio stanno lavorando 24 ore su 24 per la cura dei pazienti e la tutela delle persone che le quali sono stati in contatto. Al momento ricorda l’assessore i casi riscontrati di positività in Umbria sono sedici: dieci sono nella provincia di Perugia e sei in quella di Terni. I ricoverati sono quattro, di cui due in terapia intensiva nell’ospedale di Perugia, uno nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Terni e uno nel reparto di malattie infettive di Perugia. Le persone in osservazione perché venute a contatto con soggetti risultati positivi al virus Covid-19, quindi in isolamento fiduciario – prosegue Coletto – sono 209: 163 nella provincia di Perugia e 46 in quella di Terni. Nel complesso, ad oggi, sono stati effettuati 110 tamponi. La gestione dell’emergenza in Umbria al momento è sotto controllo. Come Regione abbiamo chiesto al Governo lo stanziamento di risorse da destinare alle famiglie proprio per fronteggiare la ricaduta sul bilancio familiare di alcune misure adottate a livello nazionale, tipo la chiusura delle scuole che comporta spese aggiuntive per la cura dei bambini. Soddisfazione – conclude l’assessore – per il fatto che il Governo abbia preso in considerazione il suggerimento espresso dalla presidente della Regione Tesei nel corso della videoconferenza tra regioni e Governo centrale, per una gestione dell’emergenza suddivisa per fasce e aree di gravità ».
Musei e biblioteche aperti, ma con misure adeguate
«Con il decreto della presidenza del Consiglio del 4 marzo 2020 (LEGGI IL TESTO) sono state introdotte ulteriori misure di contrasto e contenimento sull’intero territorio nazionale al diffondersi del coronavirus, in particolare per i luoghi di spettacolo e per eventi e manifestazioni». È quanto ricorda la direzione regionale alla cultura della Regione Umbria, evidenziando tuttavia che «per i musei e le biblioteche dell’Umbria non c’è alcun obbligo di chiusura, purché siano garantite le prescrizioni e le misure igienico sanitarie specificate nell’allegato 1 del decreto. In particolare – sottolineano dalla direzione – va garantito il contingentamento delle presenze per mantenere la distanza raccomandata (almeno un metro) tra gli utenti; devono essere messe a disposizione soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani e vanno esposti nei locali locandine con le misure igienico-sanitarie raccomandate». È stata invece prevista la sospensione di quelle attività ed eventi, svolti all’interno degli istituti, che dovessero comportare affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale raccomandata, come ad esempio visite guidate e attività didattiche».
L’appello dell’Avis: «Allarmismo ingiustificato, donate»
Avis Umbria, i responsabili del servizio immuno-trasfusionale aziendale (Sit), le unità di raccolta ed i centri di raccolta regionale invitano «tutti i donatori e tutti colori che sono in buono stato di salute ad andare a donare il sangue in questo momento di allerta per coronavirus. Purtroppo, abbiamo constatato che è stato lanciato un messaggio di allarmismo ingiustificato, erroneamente in merito alla possibilità della chiusura dei centri di prelievo. Pertanto – prosegue la nota – con la seguente desideriamo comunicare che si garantisce l’apertura dei centri di prelievo nei giorni e negli orari abituali. Ribadiamo inoltre, che le analisi e le donazioni sono sempre eseguite in sicurezza garantendo l’assoluta incolumità del donatore. Proprio per questi motivi invitiamo tutti i donatori in questo momento critico per la nazione a recarsi presso i Sit e i centri di raccolta per donare il sangue permettendo di scongiurare eventuali possibili problematiche di carenza come ad esempio il blocco degli interventi chirurgici, garantendo allo stesso tempo un servizio trasfusionale corretto e adeguato sia per l’autosufficienza regionale che in soccorso alle altre regioni che vivono nelle zone rosse e che hanno maggiori restrizioni».
L’appello di Gori: «Frequentiamo le botteghe»
Il sindaco di Montecchio e presidente Anci Piccoli Comuni, Federico Gori, prende posiziona in merito alle ripercussioni economiche derivanti dall’emeregenza coronavirus. «Purtroppo in questo momento di crisi sanitaria ed isteria collettiva – scrive Gori – c’è un altro problema molto rilevante che mi preoccupa molto e che preoccupa tante famiglie, ovvero le ripercussioni economiche sulle attività commerciali, in particolar modo quelle più fragili e che faticano a resistere anche in condizioni di normalità . Quelle attività che per i nostri borghi e paesi – specifica – rappresentano in primis un servizio indispensabile per tutta la comunità . Siamo tenuti in questa fase a modificare molte delle nostre abitudini quotidiane ma al tempo stesso possiamo sforzarci di frequentare un po’ di più le nostre botteghe, così da limitare il devastante impatto che le sta travolgendo, con la speranza che non le porti al punto di non ritorno. I piccoli negozi oltretutto sono molto più sicuri dei centri commerciali statisticamente parlando. Speriamo inoltre – conclude il sindaco – che il Governo metta nelle condizioni gli enti locali di agevolare quelle attività che insistono e resistono nei nostri amati territori con grande coraggio e determinazione».
Uffici giudiziari. La Cisl Fp: «Quali misure?»
La Cisl Fp Umbria, intanto, punta l’attenzione sulla sicurezza negli uffici giudiziari. «In questa fase di emergenza – afferma la categoria Cisl del pubblico impiego – la stragrande maggioranza degli uffici nella nostra regione non dispone di vetri separatori tra utenza e personale dipendente, non risulta che siano state fatte ad oggi pulizie straordinarie e sanificazioni dei locali ed i presidi sanitari forniti sono assolutamente insufficienti. Inoltre – prosegue – le udienze continuano a svolgersi con le stesse modalità antecedenti all’emergenza, salvo diverse disposizioni dei singoli giudici. Fortunatamente l’organismo congressuale forense ha deliberato l’astensione dalle udienze per quindici giorni. Nel frattempo abbiamo chiesto ai capi degli uffici giudiziari quali siano le misure adottate e quali siano gli intenti futuri per tutelare la sicurezza dei lavoratori e degli utenti durante questa straordinaria emergenza».
I volontari
«Dall’inizio dell’emergenza coronavirus – la nota della consulta volontariato – i volontari impiegati dalla Regione Umbria sono 333, di cui 65 per la logistica e supporto operativo, 268 sanitari per l’affiancamento alle strutture ospedaliere e aeroporto San Francesco. In dettaglio, hanno affiancato il servizio regionale di protezione civile nell’istallazione presso gli ospedali di 11 containers, 3 tende pneumatiche per il pre-triage, nell’installazione di altre 3 tende presso i carceri di Perugia, Terni, Spoleto. Un lavoro complesso, professionale, sul piano operativo, essenziale per quanto riguarda l’aspetto della comunicazione ed informazione ai cittadini, capace di stabilire un rapporto fiduciario, rassicurante sul piano sociale e psicologico. La gente si fida di questi uomini e donne che visto vicini nei tragici momenti del terremoto del 2016. Come sottolineato sia dal capo dipartimento nazionale Angelo Borrelli, che dalla Presidente Tesei, una formidabile ‘armata di Pace’ presente ogni qualvolta è chiamata, la vera spina dorsale del sistema nazionale di Protezione Civile. In questo complesso periodo che stiamo vivendo come Paese, la gente sa che può contare su questa importante componente del sistema nazionale di protezione civile. I primi ad arrivare, gli ultimi ad andare via».
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