L.P.
La maggioranza c’è e nella riunione fiume in direzione, la scorsa notte, ne è stata data prova. A scricchiolare, però, sembra essere invece la posizione del segretario regionale Giacomo Leonelli.
Lo scontro con Bocci Sembrano lontani i tempi – appena due anni fa – in cui Leonelli festeggiava un risultato importante alle primarie e veniva incoronato segretario regionale eletto con i voti di tutti, o quasi. Bocciani, giovani turchi, renziani della prima o della seconda ora. Da qualche tempo, sopra la sua testa, si addensa una nube nera. Tutto è iniziato a fine ottobre, dopo la firma dell’interdittiva antimafia da parte dell’allora prefetto Antonella De Miro a carico della Gesenu, a cui seguì uno scontro senza precedenti con Gianpiero Bocci. Colpevole, per il sottosegretario agli Interni, di non aver preso una posizione chiara e netta sin da subito in favore della legalità, Leonelli si era sentito costretto a replicare, piccato, che da un personaggio di spicco e con ruoli apicali interni al partito si sarebbe aspettato un atteggiamento diverso. Da lì in poi, per Leonelli, la strada si è fatta sempre più in salita.
Contro Leonelli Durante la direzione di giovedì sera, infatti, quasi tutti i consiglieri regionali d’area bocciana – per quanto ancora nessuno voglia ammetterne l’esistenza – non hanno mancato di sottolineare le mancanze del segretario che, nel tentativo di ricomporre la frattura che si è venuta a creare in seguito alle dimissioni di Luca Barberini, ha sottovalutato le richieste di rinnovamento in seno al partito. Chi ha parlato di un malfunzionamento nel criterio di ricomposizione della frattura chi, invece, ha ricordato che non si può essere innovatori e riformatori a seconda delle convenienze. Lo stesso ex assessore ha riferito di una ricostruzione parziale e non completa che certamente va superata ma non per questo deve essere sottovalutata.
Verifiche Così si capisce perché, intorno alle due di notte, Leonelli assicura che ci saranno delle verifiche per capire se sussiste ancora la maggioranza. Le pressioni, dicono in tanti, vanno avanti da mesi e mesi. I più maligni, invece, ipotizzano che proprio Leonelli possa essere diventato il capro espiatorio di tutta la crisi e che, rimanendo al loro posto i nomi espressi dalla Marini nel campo della sanità, qualcuno potrebbe aver chiesto la sua testa in cambio. Quello che è certo è che il giovane avvocato perugino non vuole imporre a nessuno la sua rappresentanza. D’altronde, lo ha sempre detto, fare il segretario è più un onere che un onore. Intanto per lunedì è in programma un’altra riunione del gruppo.
L’opposizione Con i lavori delle commissioni e del consiglio bloccati ormai da settimane, tutta l’opposizione attende con una certa trepidazione le tanto sospirate comunicazioni che mercoledì prossimo la presidente Marini farà all’Aula. Per Marco Squarta, capogruppo regionale di Fratelli d’Italia è ora di dire «basta con questo spettacolo
inguardabile. Mercoledì la Marini venga in Aula a dire se è ancora in grado di governare la Regione. Se non lo fosse, allora sarebbe meglio che si dimettesse così da poter andare a nuove elezioni per far scegliere ai cittadini un Esecutivo stabile».
Risoluzione E nel frattempo Claudio Ricci fa invece sapere che assieme al centro destra presenterà una risoluzione perché l’esecutivo ha bisogno di un assessore dedicato alla sanità. «Vogliamo attivare un’analisi politica, in aula, da parte dei gruppi di centro destra e liste civiche. La risoluzione rileva che i direttori e dirigenti del sistema sanitario umbro devono essere nominati, con revoca e/o rimodulazione delle nomine già fatte, in relazione agli obiettivi/indirizzi strategici di legislatura legati alla sanità. E l’atto d’indirizzo spetta all’Assemblea legislativa in relazione agli indirizzi di governo. Per questo serve analizzare, con relativa valutazione tecnica, i curriculum pervenuti, evitando di nominare chi, per più di dieci anni, ha assunto incarichi dirigenziali, così da assicurare cambiamento e adeguata incisività».