di Francesca Torricelli
«Solo con sacrificio, costanza e impegno si possono raggiungere gli obiettivi che ci poniamo. Io ne sono l’esempio». A raccontare la sua storia di passione è Lorenzo Luku, 30enne nato e cresciuto a Terni dove ha studiato alla scuola alberghiera, oggi chef di cucina a Dubai. «Non avevo molta confidenza con la scuola – racconta sorridendo Lorenzo – ma in due materie andavo veramente forte: la cucina e le lingue. Ed è proprio ai miei professori dell’istituto ‘Casagrande’ di Terni che devo tutto ciò che sono oggi. Loro hanno colto in me qualcosa e mi hanno sempre sostenuto e spinto a credere nei miei sogni, nei miei obiettivi, fino a raggiungerli. Infatti, a 20 anni, dopo vari stage e lavori in Umbria, ho fatto la valigia e sono volato a Dubai dove ho iniziato a lavorare come aiuto cuoco».
Non è stato facile all’inizio per Lorenzo, «perché lavoravo tantissime ore al giorno, non avevo ancora molta padronanza con l’inglese e guadagnavo solo 300 euro al mese, oltre l’alloggio che mi era stato messo a disposizione. Non nego che ho avuto bisogno di qualche aiuto dalla mia famiglia. Ma non ho mai mollato, avevo chiaro in testa dove volevo arrivare, avevo fame, fame di imparare, di crescere e da lì prendevo le energie per affrontare ogni sfida. Ho avuto l’opportunità di lavorare per chef stellati, come Einz Beck a Londra, tutte esperienze nelle quali ‘rubavo’ con gli occhi, scoprivo, imparavo, crescevo. Lavoro, impegno, sacrifici, costanza, è stata dura, lo è tuttora, ma quante soddisfazioni».
Sacrifici e impegno che hanno portato Lorenzo, circa tre anni fa, a diventare «chef di cucina e da circa un anno a gestire una brigata di 20 persone per la catena internazionale Eataly. Un lavoro affascinante, con una ‘squadra’ multietnica, stimoli continui perché la cucina è contaminazione. Giornate a ritmi altissimi, con 800, a volte 1.000 coperti, ma che adrenalina, che energia e che amore nei piatti che serviamo. Dubai è già nel futuro e si lavora ogni giorno senza sosta per crescere e migliorarsi sempre più. Non lavoro soltanto, sia chiaro – evidenzia Lorenzo – perché in tutto questo ho sconosciuto una ragazza algerina, che oggi è diventata mia moglie e con la quale ci concediamo, nei giorni di ferie, molto riposo e divertimento».
Lorenzo ha mantenuto con i suoi professori dell’istituto ‘Casagrande’ di Terni «un forte legame personale e professionale. Con alcuni c’è ormai un’amicizia, un confronto, a volte anche un conforto. Con loro abbiamo collaborato qualche volta per promuovere tra i giovani il settore alberghiero, portando la mia storia come esempio e valorizzare gli studi in questo ambito. Molti giovani che escono da quella scuola hanno paura di buttarsi in un’avventura come ho fatto io e inoltre non hanno pazienza e voglia di fare quella che un tempo si chiamava la ‘gavetta’. Sono purtroppo per il ‘tutto e subito’, ma così non si ottengono sempre i risultati voluti. I primi anni non pensavo allo stipendio, pensavo a formarmi, a crescere e salire di livello. Solo ottenendo un certo livello, poi, potevo essere io a fare la trattativa. Ero stimato e potevo permettermelo, ma prima dovevo dimostrare cosa potevo offrire. Anche oggi non sono certo arrivato, molto ho ancora da imparare, mi piacerebbe infatti cambiare Paese per un po’, fare nuove esperienze e arricchire il mio bagaglio».