Discarica Valle, Arpa: «Intervenire presto»

L’agenzia sollecita una «messa in sicurezza permanente» dopo la scoperta di una potenziale contaminazione per la rottura di un tubo. Sin Papigno, lo stato dell’arte

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di Federica Liberotti

C’è «l’urgenza», come più volte richiesto dalle conferenze dei servizi al ministero dell’ambiente, «di presentare ed attuare un progetto di messa in sicurezza permanente della discarica ex rsu di vocabolo Valle, anche in relazione all’assenza di idonei presidi ambientali». La questione è complicata e annosa: a lanciare un nuovo allarme e sollecitare un intervento su uno dei siti più sensibili dal punto di vista ambientale del ternano è Arpa Umbria. L’ultimo fatto scatenante, in ordine di tempo, la recente scoperta di una «potenziale contaminazione», causata della presenza di liquido affiorante dal terreno presso una vasca di raccolta del percolato proveniente proprio dall’ex discarica.

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I fatti

Una situazione segnalata a fine marzo dal Comune di Terni all’agenzia regionale ambientale, che ha richiesto a sua volta a palazzo Spada di trasmettere «con la massima sollecitudine» una relazione tecnica dettagliata con la descrizione dei fatti, delle misure di prevenzione attuate per impedire la diffusione della contaminazione e delle indagini svolte per l’individuazione delle cause. Il Comune ha fornito un riscontro, a metà aprile, evidenziando che l’amministrazione si è «subito attivata con misure di messa in sicurezza e prevenzione, con il supporto di Ast». La causa della perdita di percolato è stata individuata, anche tramite una videoispezione, nella rottura del tubo di adduzione del percolato a monte della vasca, per il quale si sta provvedendo alla sostituzione del tratto interessato. Ma per il Comune c’è necessità di «attendere gli esiti delle indagini geognostiche prima di attivarsi per un eventuale prelievo di percolato dai piezometri (pozzi, ndr) interessati».

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Il ministro Sergio Costa

Il documento del ministero

Una vicenda, questa, che emerge dalla relazione depositata mercoledì mattina dal ministro dell’ambiente, Sergio Costa, a margine di un’audizione di fronte alla commissione parlamentare sulle ecomafie, la stessa che tra febbraio e marzo ha fatto tappa a Terni per approfondire l’analisi della situazione ambientale nella Conca. Il focus di una ventina di pagine affronta nel dettaglio, area per area, lo stato degli interventi di bonifica del sito di interesse nazionale Terni-Papigno, nel quale rientrano aree di proprietà pubblica (Comune ed Esercito), ma anche private (Ast, Terna, Erg, Enel ed Electroterni). Interventi iniziati nel 2004 ma che, come noto, ancora stentano a vedere una conclusione, nonostante i numerosi superamenti dei livelli di contaminazione riscontrati e dunque «l’alta vulnerabilità ambientale» presente.

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L’ex Gruber

Le proprietà pubbliche

E così, se per l’area ex Gruber gli ultimi aggiornamenti risalgono a gennaio 2018 – con l’approvazione da parte del ministero dei risultati dell’analisi di rischio e delle previsioni di progetto -, per quanto riguarda l’area degli ex stabilimenti di Papigno si è fermi alle ultime parziali indagini integrative del 2016, che hanno riscontrato nel suolo superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione per idrocarburi, piombo e rame, mentre per l’area discarica superamenti per idrocarburi, cromo tot, zinco e nichel. Per quanto riguarda invece l’area del Polo di mantenimento delle armi leggere interessata, il comando forze operative nord dell’Esercito ha proposto lo scorso marzo una modifica rispetto a quanto previsto dal Piano di caratterizzazione approvato precedentemente, modifica che agli inizi di maggio ha avuto il nulla osta da parte del ministero. Dunque si può passare alla fase esecutiva.

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Le proprietà private

La caratterizzazione delle aree Erg (ex Endesa) ha riscontrato superamenti della concentrazione soglia di contaminazione dei suoli per i parametri rame, mercurio, piombo C>12 e indenopirene. L’azienda, nel gennaio scorso, ha presentato una relazione riassuntiva delle attività svolte (‘Aree di Villa Valle-Richiesta di svincolo’), documento rispetto al quale, una volta acquisite alcune informazioni, verrà indetta la conferenza dei servizi decisoria per la chiusura del procedimento per le aree Cervara, Galleto, Villa Valle e dell’area del lungo Nera nella fascia sinistra del fiume. Più complessa la situazione degli stabilimenti Ast: accanto alla caratterizzazione dei suoli conclusa nel 2008 (con presenza di superamenti delle concentrazioni idrocarburi C>12, nichel e cromo in 5 punti di sondaggio su 95), nel 2016 ne sono emersi altri nell’ambito della caratterizzazione delle acque di falda (cromo VI, tetracloroetilene, solfati) per i quali l’azienda ha adottato misure di prevenzione, come la realizzazione di un impianto di Pump&Treat e un’indagine integrativa.

Nuovi accertamenti

Da quest’ultima, come era già noto, nel 2018 sono emersi superamenti dei limiti previsti di metalli, tetracloroetilene e solfati in alcuni dei piezometri presi in esame. L’azienda, lo scorso marzo, ha informato il ministero che è in corso di realizzazione un ulteriore piezometro su richiesta di Arpa, esterno allo stabilimento e adiacente all’ex Gruber, sul quale saranno elaborate nuove indagini entro il mese di giugno, al termine delle quali sarà trasmessa l’analisi di rischio ambientale del sito. Quanto alla discarica dismessa sempre di proprietà Ast, per la quale sono stati svolti interventi di impermeabilizzazione nella sommità e in alcune scarpate laterali, l’azienda ha spiegato al ministero che potrà elaborare un progetto di messa in sicurezza permanente solo all’esito dell’attività di caratterizzazione della falda dell’area stabilimento.

De Luca (M5s) attacca: «Il Comune ha nascosto. Inaccettabile»

Sulla fuoriuscita del percolato dalla discarica di Valle è intervenuto intanto, mercoledì pomeriggio, il consigliere comunale pentastellato Thomas De Luca. «Il M5s – ha spiegato – ha presentato un atto d’indirizzo per chiedere alla giunta comunale di riferire con urgenza in merito all’affioramento di percolato avvenuto a marzo scorso a causa di una perdita dalle condutture delle vasche di raccolta». De Luca ritiene inoltre «inaccettabile» che la notizia dell’avvenimento di tale presunta contaminazione non sia stata resa pubblica dall’assessorato all’ambiente. «Il 31 dicembre 2018 – ha continuato – è scaduto l’appalto per la manutenzione dell’impianto di sollevamento ad oggi non abbiamo avuto notizia che tale procedura sia stata avviata. Chiediamo inoltre che riferiscano con urgenza in merito alle azioni che intendono porre in essere per accertare la contaminazione e alle responsabilità che hanno causato questo fenomeno».

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