Versa in condizioni gravi, in rianimazione, intubato e ovviamente con riserva di prognosi, il 26enne S.M. – per tutti ‘Sandro’ – nato a Terni da famiglia di origini ecuadoregne, rimasto coinvolto nella tarda serata di lunedì nell’incidente sul lavoro accaduto presso il polo siderurgico di Terni.
Il giovane, dipendente Tapojärvi, stava conducendo un mezzo denominato Kirow, deputato al trasporto delle ‘paiole’ contenenti scoria liquida, che ha preso fuoco, probabilmente a seguito dello sversamento della stessa scoria, che in quelle condizioni toccherebbe temperature intorno agli 800/900 gradi.
Dopo un primo passaggio al pronto soccorso dell’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ di Terni, il ragazzo è stato trasferito in ambulanza, con la massima urgenza, al centro grandi ustionati dell’ospedale Sant’Eugenio della Asl Roma 2. Dove i sanitari avrebbero riscontrato ustioni di II e III grado sul 76% del corpo.
Un quadro particolarmente complesso, critico, che ha gettato nell’angoscia i familiari del ragazzo, la compagna con cui vive nella zona dell’ospedale di Terni, i genitori che in queste ore stanno facendo rientro in Italia dal Paese di origine e davvero tanti amici e colleghi che gli vogliono bene. «Un ragazzo sempre solare, pronto a scherzare, davvero per bene. Speriamo ce la faccia e riesca ad uscirne» dice un collega di lavoro, commosso.
E la scena dei soccorsi, dopo che il veicolo – erano da poco passate le 20 di lunedì sera – si è trasformato in una palla di fuoco lungo il tragitto che dai forni di Ast conduce alla rampa scorie, è stata terribile. Per chi c’era ma anche per chi non l’ha vissuta direttamente e ha ascoltato i racconti.
Sulle cause del grave incidente sul lavoro sta lavorando la procura della Repubblica di Terni, guidata dal procuratore Andrea Claudiani, attraverso il sostituto Marco Stramaglia. Che, oltre a svolgere un sopralluogo martedì mattina, ha disposto il sequestro sia del veicolo travolto dal fuoco che della zona dove l’incidente è accaduto, con i rilievi che verranno contenuti nei tempi utili a consentire una ripresa delle attività, visto che il sequestro ha imposto uno stop operativo, oltre lo sciopero dichiarato dalle sigle dopo il fatto.
Dal punto di vista della polizia giudiziaria, il lavoro vede impegnati i vigili del fuoco di Terni, la Usl Umbria 2 ed i carabinieri. Le cui risultanze verranno portate all’attenzione di palazzo Gazzoli per l’apertura – cosa che appare scontata – di un fascicolo per l’ipotesi di reato di ‘lesioni colpose commesse in violazione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro’. L’eventuale iscrizione di indagati, dipende anche dagli elementi che man mano emergeranno dagli accertamenti coordinati dall’autorità giudiziaria.
Intanto – è accaduto nei momenti immediatamente successivi il dramma, ma anche nelle ore seguenti – c’è chi punta il dito sulle condizioni del percorso dove il Kirow ed altri mezzi transitano per compiere manovre sì quotidiane, ma che evidentemente comportano una percentuale di rischio. Elemento rimarcato dai sindacati ma pure da chi quelle strade interne al polo siderurgico le conosce bene e, nel tempo, non ha evitato di segnalare la situazione.
«È bastata un po’ di scoria liquida a contatto con l’umidità per innescare un’esplosione che ha coinvolto il mezzo, che ha in sé anche materiali infiammabili come carburante, grasso, oli, e travolgere il povero operaio». Le ricostruzioni dei tecnici saranno certamente più dettagliate di questa. Ma si tratta di una lettura che, allo stato, sembra accomunare chi ha una certa esperienza.
Ast: condizioni disperate per il giovane operaio ustionato. Indagine e sciopero