Alcune doverose precisazioni in premessa. Fra i candidati a sindaco valutati dai cittadini intervistati, c’è anche Leonardo Latini, mentre oggi sappiamo che il suo nome, salvo colpi di scena inimmaginabili, è definitivamente fuori dalla partita. Come ogni sondaggio poi, pur basandosi su un numero interessante di interviste completate per la realtà ternana – 900 circa, accanto a 2.372 ;che si sono rifiutate di rispondere -, offre dati puramente indicativi, probabilmente utili a cogliere dei trend. Detto ciò, gli spunti non mancano nel lavoro che il consigliere regionale M5s Thomas De Luca – che abbiamo potuto visionare – ha commissionato alla Winpoll. Si tratta di un sondaggio relativo alle prossime elezioni amministrative del Comune di Terni, con interviste effettuate fra il 31 marzo e il 3 aprile. Popolazione variegata e un margine di errore, con intervallo di confidenza al 99%, stimato dalla stessa Winpoll al 2,6%. Vediamo cosa emerge.
Il quesito
La domanda centrale è una: ‘Chi voterebbe come prossimo sindaco di Terni tra…?’. Il 29% dei cittadini intervistati, non sa o non andrebbe a votare. Il resto – stando ai numeri della Winpoll – si è suddiviso così: 39% Leonardo Latini, 19% Claudio Fiorelli, 16% Josè Maria Kenny, 13% Stefano Bandecchi, 11% Orlando Masselli e 3% Paolo Cianfoni.
Le riflessioni
Accettando come realistici i trend individuati dai sondaggisti, balza agli occhi la base di consenso potenziale su cui una figura come Latini, pur in presenza di altri candidati d’area – Masselli e Bandecchi su tutti – avrebbe potuto contare. Voti che, con l’attuale sindaco uscito di scena, torneranno in ballo. Se una parte minoritaria potrebbe finire fra i ‘non so/non voto’, la restante è ovviamente attribuibile al sostituto ‘naturale’ – il candidato del centrodestra Orlando Masselli – ma pure a Stefano Bandecchi. E l’opzione ballottaggio fra queste due figure, appare oggi più probabile di ieri, per quanto clamoroso possa sembrare.
Fiorelli davanti a Kenny?
Sul fronte del cosiddetto centrosinistra, il dato di Fiorelli – sempre stando alle rilevazioni Winpoll – balza agli occhi anche e soprattutto in relazione a quello di Josè Maria Kenny, che in questa fase potrebbe ancora scontare una partenza ‘ritardata’ rispetto al cardioanestesista lanciato dai 5 Stelle. Fiorelli, con il suo 19% potenziale, appare – seppur di poco – come il primo competitor del centrodestra, grazie probabilmente anche ad un approccio sin qui sostanzialmente moderato e ad un ‘appeal’ di taglio più civico che ideologico. In questo le similitudini con Kenny sono significative come la possibilità che si ‘calpestino i piedi’, lasciando campo aperto ad un centrodestra nuovamente compatto e allineato, dopo tanto penare. Sull’analisi commissionata dal coordinatore regionale del M5s De Luca, lo ricordiamo, pesa comunque la presenza di Latini: un 39% che ora sta a candidati e coalizioni portare dalla propria parte. Con quali argomenti e quale credibilità, si vedrà.