La presidente Catiuscia Marini lo ha già detto: quello che l’attende è un secondo mandato impegnativo. E adesso arriva una conferma importante.
LO SPECIALE ELEZIONI DI UMBRIAON

Bocci Il sottosegretario Gianpiero Bocci non ha dubbi: «Quello che si apre – spiega – è un quinquennio decisivo e anche chi, come Catiuscia Marini, ha ben governato in passato, sarà chiamato a raddoppiare gli sforzi e, soprattutto, a mettere mano con decisione a quel processo di riforme che è indispensabile».
Il giudizio Gianpiero Bocci, insomma, mostra di avere ben chiaro in testa quello che dovrà essere il percorso istituzionale che l’Umbria – ma non solo – dovrà intraprendere nella legislatura appena iniziata. La presidente appena rieletta, il messaggio appare chiaro, non potrà quindi non tenere conto di quello che è stato il risultato delle urne.
PARLA IL SOTTOSEGRETARIO GIANPIERO BOCCI – L’INTERVISTA

Bravi Lui non ce l’ha fatta. Ma Maro Bravi, che si è dimesso da segretario regionale della Cgil per avventurarsi in politica (era candidato nella lista del Pd), si dice comunque soddisfatto: «Ringrazio i 3693 elettori che hanno espresso fiducia alla mia candidatura – dice – in un momento particolarmente difficile, soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra il Pd e il mondo del lavoro che intendevo e intendo rappresentare. Questo voto, distribuito in tutto il territorio regionale, assume una valenza importante. Nel ringraziare gli elettori e rammaricandomi per la mia mancata elezione, non posso non mettere in evidenza che il consiglio regionale appena eletto nega la rappresentanza al mondo del lavoro, perché purtroppo altri candidati che provengono dallo stesso mondo che intendo rappresentare non sono stati eletti. Questo costituisce un problema politico rilevante che non ha caratteristiche soggettive, ma oggettive, al quale la politica umbra deve dare una risposta, insieme anche alla mancata presenza autorevole e vera della sinistra politica nella nostra regione, tenendo conto che la sinistra è stata elemento fondante del positivo ‘regionalismo’ umbro. Per quanto mi riguarda, continuerò la mia iniziativa politica insieme a quelle persone che mi hanno sostenuto e a quelle che in questi giorni mi stanno dimostrando il loro sostegno. Continuerò il mio impegno politico ‘sempre dalla stessa parte’».

De Sio Ma anche tra chi gli elettori hanno – pur premiandoli con un buon risultato – lasciato all’opposizione, c’è chi si può dichiarare soddisfatto. Secondo Alfredo De Sio (FdI-An), quello del 31 maggio è, per il suo partito, «un buon risultato che conferma la costante crescita di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, gettando le basi per una rifondazione programmatica dell’alleanza di centro destra. Abbiamo sperato che il vento del cambiamento travolgesse le ultime residue fortificazioni di un centrosinistra sempre più lontano dal comune sentire dei cittadini umbri. Purtroppo così non è stato, ma è indubbio che la proposta politica di chi, come Fratelli d’Italia aveva individuato in Claudio Ricci l’elemento coagulante della coalizione, sia risultata quella giusta per cambiare la guida del governo in Umbria».
I voti Secondo Desio, «va altresì sottolineato come Fratelli d’Italia e Lega siano gli unici partiti che aumentano le proprie percentuali a dimostrazione che la chiarezza paga e che l’alternativa a Renzi non si costruisce standoci al governo insieme o sostenendone a giorni alterni le riforme farsa. Tuttavia, ciò che emerge in maniera preoccupante è la fuga dalla realtà di metà degli elettori che rinunciano all’unico potere che hanno, quello di decidere a chi affidare il proprio futuro. Un elemento questo che dovrà essere fardello di azione e riflessione per tutti, per la presidente della Regione meno votata della storia e per coloro che, volendo in stragrande maggioranza l’alternativa, non riescono a realizzarla dimostrando, soprattutto agli estremisti della rassegnazione, che con più convinzione nessuna partita è persa».